TAU a Falerone con Lello Arena
| La Teatri Antichi Uniti mette in scena l'attore napoletano diretto da Aldo Giuffrè.
Prosegue la stagione del Teatro Romano di Falerone lunedì 26 luglio con un nuovo appuntamento del cartellone TAU/Teatri Antichi Uniti. In scena Lello Arena con «Menecmi» di Tito Maccio Plauto diretto da Aldo Giuffré, con Vito Cesaro e Antonio Miele.
Scritta nel 206 a.c., «Menecmi» è fra le commedie più divertenti dello scrittore di Sarsina. E uno spassoso gioco di equivoci messo in moto dall'incredibile somiglianza di due gemelli che, dopo una lunga separazione, si trovano a vivere nella stessa città.
Menecmo e Fosicle sono figli di un mercante. Menecmo, che aveva accompagnato il padre in uno dei suoi viaggi daffari, era stato rapito. Il vecchio, dal dolore ne era morto. Il secondo dei due, ribattezzato anchegli Menecmo dal nonno, fattosi adulto, giunge ad Epidanno, città dai facili costumi, dove scopre vivere il fratello abba ormaindonato ad ogni forma di spensierata dissolutezza.
Peripezie, equivoci, qui pro quo e agnizioni finali rendono la commedia tra le più animate del teatro classico: un susseguirsi ininterrotto di saporose battute, di botte e risposte, di capovolgimenti di situazioni che non conosce attimi di pausa.
Lello Arena esalta le coloriture dialettali e quei caratteri di licenziosa comicità che sono parte integrante dello spirito e dellarte plautina.
La rassegna TAU è promossa dai Comuni di Urbisaglia, Falerone e Cupra Marittima, dalle Province di Ascoli Piceno e di Macerata dalla Regione Marche e dallAmat.
Scritta nel 206 a.c., «Menecmi» è fra le commedie più divertenti dello scrittore di Sarsina. E uno spassoso gioco di equivoci messo in moto dall'incredibile somiglianza di due gemelli che, dopo una lunga separazione, si trovano a vivere nella stessa città.
Menecmo e Fosicle sono figli di un mercante. Menecmo, che aveva accompagnato il padre in uno dei suoi viaggi daffari, era stato rapito. Il vecchio, dal dolore ne era morto. Il secondo dei due, ribattezzato anchegli Menecmo dal nonno, fattosi adulto, giunge ad Epidanno, città dai facili costumi, dove scopre vivere il fratello abba ormaindonato ad ogni forma di spensierata dissolutezza.
Peripezie, equivoci, qui pro quo e agnizioni finali rendono la commedia tra le più animate del teatro classico: un susseguirsi ininterrotto di saporose battute, di botte e risposte, di capovolgimenti di situazioni che non conosce attimi di pausa.
Lello Arena esalta le coloriture dialettali e quei caratteri di licenziosa comicità che sono parte integrante dello spirito e dellarte plautina.
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24/07/2004
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