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Le donne imprenditrici

Ascoli Piceno | L’imprenditoria è donna? Sì, nel 24% dei casi. Anche nel Piceno.

di Stefania Mistichelli

Dagli esiti della ricerca condotta nel 2004 dalla Camera di Commercio sull’imprenditorialità femminile, “Le strategie di sviluppo delle imprese femminili nella provincia di Ascoli Piceno”, risulta che l’incidenza delle imprese femminili sul territorio provinciale sia piuttosto uniforme rispetto alle altre province marchigiane, come pure al dato nazionale. Le imprese femminili sul totale sarebbe circa il 24% (Ancona 24%, Ascoli Piceno 23%, Macerata 24%, Pesaro-Urbino 23%).

Significativo verificare quali sono i settori economici in cui maggiormente si registra  una consistente presenza di imprese femminili: “Agricoltura, caccia e silvicoltura”, “Commercio”, “Attività manifatturiere”, “Altri servizi pubblici, sociali e personali”. Settori questi a bassa intensità di capitale, che risultano essere “una vocazione tipicamente femminile”: sarebbe interessante verificare se la scelta di operare in tali ambiti sia “obbligata” da una serie di ostacoli e problemi o se costituisca la scelta primaria delle imprenditrici.

Dalla fase qualitativa della ricerca, svolta attraverso l’utilizzo di focus group, interviste e questionari, sono emerse caratteristiche interessanti sulla donna imprenditrice, che grazie alle sue capacità e competenze costituisce un vantaggio competitivo per l’azienda (aspetto, questo, sul quale la sottoscritta non nutriva alcun dubbio neanche prima di leggere i risultati della ricerca, nonostante il parere di chi scrive non sia avvalorato da alcuna indagine sociale scientificamente validata, ma solo da una convinzione personale).

Una tematica avvertita in modo particolare dalle imprenditrici è costituita dal doppio lavoro che le impegna; da un lato l’impresa, dall’altro la famiglia. Essere efficaci per l’azienda spesso significa togliere tempo prezioso alla famiglia ed ai figli, scelta che provoca di frequente un profondo senso di frustrazione. Per questo le imprenditrici intervistate auspicano “delle pressioni politiche per far sì che si sviluppino gli asili nido, o con interventi diretti o favorendo la collaborazione tra imprese finalizzata alla gestione di servizi comuni”.

La forza di volontà e la determinazione sono comunque le due caratteristiche imprescindibili nel carattere delle donne che scelgono di svolgere un’attività imprenditoriale, o per ereditarietà (essere figlie, senza fratelli maschi, di un imprenditore) o per iniziativa personale. E la tendenza delle donne a scegliere questa opportunità per collocarsi nel mondo del lavoro, secondo una ricerca della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, è in crescita esponenziale; “negli ultimi sei anni le imprese femminili sarebbero aumentate del 59% a fronte di un incremento del 28% di quelle maschili”.

Un vero e proprio esercito di donne che si fa strada in un settore del mondo del lavoro per troppo tempo considerato appannaggio della parte maschile dell’universo; se poco tempo fa emerse da una ricerca che oramai a laurearsi sono più le donne che gli uomini, tranne per pochi corsi di laurea ancora prevalentemente maschili, rimango in attesa del giorno in cui il numero delle imprenditrici in Italia superi, per numero e per qualità degli obiettivi raggiunti, quello degli imprenditori. Allora, ragazze, brinderemo alle capacità e alle competenze  relazionali che contraddistinguono “il sesso – non più – debole”, rendendolo “vantaggio competitivo” per l’economia nazionale.

04/07/2005





        
  



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