Il Rapporto annuale dell'osservatorio sul mercato del Lavoro
Ancona | Marco Luchetti: "Di fronte alla conclusione di un ciclo, puntare ad elevare la qualità del lavoro. L'impegno della Regione nelle emergenze occupazionali."
Luchetti Lavoro
"Una situazione purtroppo inedita rispetto alla nostra storia economica che aveva visto le Marche sempre in piena occupazione, mentre ora i recentissimi dati parlano di un 11,2 % di disoccupazione." E' l'inizio di un quadro certamente preoccupante tracciato dall'assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti nell'incontro per la presentazione del 13° Rapporto annuale 2013 dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro, tenutasi oggi in Regione.
"Una realtà che corre parallela alla congiuntura economica - ha aggiunto - in fase di rallentamento già dalla metà del 2011, con Pil sceso nelle Marche del 2,5%. La diffusione delle piccole imprese, soprattutto nel campo della subfornitura e la forte specializzazione nella produzione dei beni per la casa, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi, ha contribuito a determinare una generale e profonda contrazione dell'attività economica. La situazione si aggrava poi per le piccole imprese che costituiscono l'asse portante della struttura produttiva locale. Una situazione che rischia di mettere a rischio la coesione sociale che ha sempre caratterizzato il nostro tessuto socio-economico".
Secondo Luchetti le Marche si trovano davanti ad un bivio: concluso il ciclo del modello economico delle PMI che non sono riuscite a fare i conti con la globalizzazione dei mercati, occorre puntare ora, accanto all'innovazione e alla riorganizzazione, ad un innalzamento della qualità della produzione pensando anche a formule consorziate di impresa, a cui deve corrispondere una qualità del lavoro e una maggiore flessibilità del sistema creditizio. Stiamo impegnandoci su questo -ha detto- sulla buona occupazione ( un'azione di politica attiva del lavoro ha riguardato gli incentivi per la trasformazione di 1000 posti di lavoro da tempo determinato a indeterminato) e dando grande attenzione al capitale umano per elevarne le competenze. A testimonianza, la formazione superiore, i dottorati di ricerca, il sostegno all'istruzione superiore, lo start up e gli incubatori di impresa e lo stesso prestito d'onore che ha fatto creare otre 900 imprese".
Secondo le previsioni degli operatori, il livello dell'attività economica rimarrà molto debole per tutto il 2013, sia a livello regionale sia nazionale. Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate dall'Inps sono state, nel 2012, oltre 23milioni, in aumento del 53,5% rispetto all'anno precedente, mentre la componente in deroga sale del 69,4% coinvolgendo oltre 32mila lavoratori. Quelli posti in mobilità sono stati poco meno di 13.500, il 20% in più rispetto ai valori del biennio precedente. È in forte sofferenza anche il tessuto imprenditoriale con lo stock di imprese attive che, nell'ultimo anno considerato, si riduce dell'1% circa. Tale flessione riguarda, in particolare, le imprese manifatturiere e quelle dell'edilizia, mentre rimane stabile il terziario.
L'occupazione aumenta prevalentemente tra le fasce più adulte della popolazione specialmente tra gli over 55 in crescita di oltre 11mila unità, mentre diminuisce nella fascia 25-44 anni. Nel 2012 il complessivo numero di occupati nelle Marche registra, in controtendenza al dato nazionale, un marginale incremento (+0,3%) ma sembra deteriorarsi sempre più l'aspetto qualitativo. Nel 2012 aumenta infatti unicamente l'occupazione part time (+19,8%) con progressi segnati da entrambe le componenti di genere, mentre il full time diminuisce del 3,3%. Torna a crescere il lavoro dipendente (+2,0%) mentre è in considerevole riduzione quello autonomo (-4,5%).
L'aumento dell'occupazione dipendente è dovuto, tuttavia, quasi esclusivamente alla componente femminile, prevalentemente all'occupazione temporanea piuttosto che permanente ed esclusivamente all'utilizzo del lavoro part time. Preoccupa poi il fenomeno della disoccupazione poiché il numero di persone in cerca di lavoro cresce del 39,7% salendo a poco meno di 65mila unità, valore mai raggiunto in precedenza. Per i giovani della classe 15-24, è pari, nella nostra regione, al 28,6%. Il fenomeno della disoccupazione mostra una crescente diffusione sull'intero territorio regionale. Il numero di persone in cerca di lavoro cresce sensibilmente in tutte le province delle Marche, ma risulta particolarmente accentuato in quella di Macerata, che registra un incremento del 57,0%.
Considerevole anche la variazione osservata a Pesaro e Urbino (+53,7%) e Ancona (+40,0%) mentre le dinamiche appaiono leggermente più contenute ad Ascoli Piceno (19,8%) e Fermo (+25,0%). Nel manifatturiero si segnalano le diminuzioni del legno mobile (-26,0%), della meccanica (-23,8%) e del tessile abbigliamento (-21,9%). Per i tipi di contratto si osserva una contrazione degli ingressi nell'occupazione per tutto il lavoro dipendente: apprendistato -19,1%, somministrazione -9,2%, tempo indeterminato -3,6% e tempo determinato -0,6%. Per gli altri contratti si riscontra un calo dell'intermittente e del parasubordinato con flessioni del 10%, mentre cresce il lavoro domestico (+6,7%).
Tutte le province presentano saldi negativi fra assunzioni e cessazioni, in particolare Ancona (-4.374), Pesaro e Urbino (-2.459) e Macerata (-1.678). I maschi evidenziano un saldo più negativo (-6.183) rispetto alle femmine (-2.728). A livello contrattuale, nel lavoro dipendente, il saldo assunzioni-cessazioni per il contratto a tempo determinato è di -6.749, per l'apprendistato -1.699, per la somministrazione -895; per le altre tipologie contrattuali spicca il saldo negativo dell'intermittente (-5.373) dovuto alle recenti riforme legislative in materia. Circa 25mila delle quasi 38mila posizioni lavorative complessivamente perse negli ultimi quattro anni sono dovute a giovani fra 15 e 34 anni, la maggioranza delle quali nell'industria (14mila circa).
"Accanto alle politiche per l'innalzamento della qualità del lavoro - ha concluso Luchetti - c'è un forte impegno della Regione sulla gestione delle emergenze e delle crisi aziendali. Sono state destinate ingenti risorse del Fondo Sociale Europeo agli ammortizzatori sociali in deroga e sono stati messi in campo vari strumenti per aiutare le famiglie e i lavoratori che perdono il loro posto di lavoro e favorirne il reingresso. L'integrazione delle politiche delle attività produttive con le politiche del lavoro, inoltre, è un'altra strategia efficace che si avvale anche della grande quantità di dati incrociati ed elaborati nel Rapporto Annuale dell'Osservatorio del Mercato,uno strumento indispensabile per orientare le scelte".
"Una realtà che corre parallela alla congiuntura economica - ha aggiunto - in fase di rallentamento già dalla metà del 2011, con Pil sceso nelle Marche del 2,5%. La diffusione delle piccole imprese, soprattutto nel campo della subfornitura e la forte specializzazione nella produzione dei beni per la casa, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi, ha contribuito a determinare una generale e profonda contrazione dell'attività economica. La situazione si aggrava poi per le piccole imprese che costituiscono l'asse portante della struttura produttiva locale. Una situazione che rischia di mettere a rischio la coesione sociale che ha sempre caratterizzato il nostro tessuto socio-economico".
Secondo Luchetti le Marche si trovano davanti ad un bivio: concluso il ciclo del modello economico delle PMI che non sono riuscite a fare i conti con la globalizzazione dei mercati, occorre puntare ora, accanto all'innovazione e alla riorganizzazione, ad un innalzamento della qualità della produzione pensando anche a formule consorziate di impresa, a cui deve corrispondere una qualità del lavoro e una maggiore flessibilità del sistema creditizio. Stiamo impegnandoci su questo -ha detto- sulla buona occupazione ( un'azione di politica attiva del lavoro ha riguardato gli incentivi per la trasformazione di 1000 posti di lavoro da tempo determinato a indeterminato) e dando grande attenzione al capitale umano per elevarne le competenze. A testimonianza, la formazione superiore, i dottorati di ricerca, il sostegno all'istruzione superiore, lo start up e gli incubatori di impresa e lo stesso prestito d'onore che ha fatto creare otre 900 imprese".
Secondo le previsioni degli operatori, il livello dell'attività economica rimarrà molto debole per tutto il 2013, sia a livello regionale sia nazionale. Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate dall'Inps sono state, nel 2012, oltre 23milioni, in aumento del 53,5% rispetto all'anno precedente, mentre la componente in deroga sale del 69,4% coinvolgendo oltre 32mila lavoratori. Quelli posti in mobilità sono stati poco meno di 13.500, il 20% in più rispetto ai valori del biennio precedente. È in forte sofferenza anche il tessuto imprenditoriale con lo stock di imprese attive che, nell'ultimo anno considerato, si riduce dell'1% circa. Tale flessione riguarda, in particolare, le imprese manifatturiere e quelle dell'edilizia, mentre rimane stabile il terziario.
L'occupazione aumenta prevalentemente tra le fasce più adulte della popolazione specialmente tra gli over 55 in crescita di oltre 11mila unità, mentre diminuisce nella fascia 25-44 anni. Nel 2012 il complessivo numero di occupati nelle Marche registra, in controtendenza al dato nazionale, un marginale incremento (+0,3%) ma sembra deteriorarsi sempre più l'aspetto qualitativo. Nel 2012 aumenta infatti unicamente l'occupazione part time (+19,8%) con progressi segnati da entrambe le componenti di genere, mentre il full time diminuisce del 3,3%. Torna a crescere il lavoro dipendente (+2,0%) mentre è in considerevole riduzione quello autonomo (-4,5%).
L'aumento dell'occupazione dipendente è dovuto, tuttavia, quasi esclusivamente alla componente femminile, prevalentemente all'occupazione temporanea piuttosto che permanente ed esclusivamente all'utilizzo del lavoro part time. Preoccupa poi il fenomeno della disoccupazione poiché il numero di persone in cerca di lavoro cresce del 39,7% salendo a poco meno di 65mila unità, valore mai raggiunto in precedenza. Per i giovani della classe 15-24, è pari, nella nostra regione, al 28,6%. Il fenomeno della disoccupazione mostra una crescente diffusione sull'intero territorio regionale. Il numero di persone in cerca di lavoro cresce sensibilmente in tutte le province delle Marche, ma risulta particolarmente accentuato in quella di Macerata, che registra un incremento del 57,0%.
Considerevole anche la variazione osservata a Pesaro e Urbino (+53,7%) e Ancona (+40,0%) mentre le dinamiche appaiono leggermente più contenute ad Ascoli Piceno (19,8%) e Fermo (+25,0%). Nel manifatturiero si segnalano le diminuzioni del legno mobile (-26,0%), della meccanica (-23,8%) e del tessile abbigliamento (-21,9%). Per i tipi di contratto si osserva una contrazione degli ingressi nell'occupazione per tutto il lavoro dipendente: apprendistato -19,1%, somministrazione -9,2%, tempo indeterminato -3,6% e tempo determinato -0,6%. Per gli altri contratti si riscontra un calo dell'intermittente e del parasubordinato con flessioni del 10%, mentre cresce il lavoro domestico (+6,7%).
Tutte le province presentano saldi negativi fra assunzioni e cessazioni, in particolare Ancona (-4.374), Pesaro e Urbino (-2.459) e Macerata (-1.678). I maschi evidenziano un saldo più negativo (-6.183) rispetto alle femmine (-2.728). A livello contrattuale, nel lavoro dipendente, il saldo assunzioni-cessazioni per il contratto a tempo determinato è di -6.749, per l'apprendistato -1.699, per la somministrazione -895; per le altre tipologie contrattuali spicca il saldo negativo dell'intermittente (-5.373) dovuto alle recenti riforme legislative in materia. Circa 25mila delle quasi 38mila posizioni lavorative complessivamente perse negli ultimi quattro anni sono dovute a giovani fra 15 e 34 anni, la maggioranza delle quali nell'industria (14mila circa).
"Accanto alle politiche per l'innalzamento della qualità del lavoro - ha concluso Luchetti - c'è un forte impegno della Regione sulla gestione delle emergenze e delle crisi aziendali. Sono state destinate ingenti risorse del Fondo Sociale Europeo agli ammortizzatori sociali in deroga e sono stati messi in campo vari strumenti per aiutare le famiglie e i lavoratori che perdono il loro posto di lavoro e favorirne il reingresso. L'integrazione delle politiche delle attività produttive con le politiche del lavoro, inoltre, è un'altra strategia efficace che si avvale anche della grande quantità di dati incrociati ed elaborati nel Rapporto Annuale dell'Osservatorio del Mercato,uno strumento indispensabile per orientare le scelte".
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05/07/2013
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