Alcuni mesi fa la Segreteria FP CGIL di Ascoli Piceno ha lanciato un grido di allarme per salvare la struttura socio sanitaria educativa "Casa di Alice" di Grottammare, a rischio di chiusura per le condizioni finanziarie sempre più precarie.

Una struttura in attività dal 2000, molto utile in quanto assiste ragazzi affetti da AUTISMO, una patologia seria e invalidante che insorge in soggetti giovani ed ha bisogno di una assistenza qualificata e personalizzata con un alto numero di operatori (di norma un operatore per paziente) professionalmente preparati.

Essa è finanziata, in parte dalla Regione Marche e dalla Zona territoriale 12, e per il rimanente dai comuni dell'ambito sociale di San Benedetto che chiedono di utilizzarla per propri residenti.

Va detto che la regione nel corso degli anni ha ridotto notevolmente i finanziamenti, fino a mettere a rischio l'esistenza della struttura in quanto i costi hanno gravato sempre di più sui comuni.

Il Comune capofila di casa di Alice è Grottammare, che si fa carico di gestirla e anticipare i costi generali e del personale che vi opera. La FP CGIL sollecita da mesi un intervento della Conferenza dei sindaci per trovare una soluzione che garantisca i necessari finanziamenti per il suo funzionamento.

La mancanza di certezza dei finanziamenti, da parte degli enti locali, oltre a mettere a rischio il servizio erogato, determina l'impossibilità di poter stabilizzare il rapporto di lavoro degli operatori, condannandoli alla precarietà, se non al licenziamento, con il rischio di disperdere le professionalità acquisite negli anni.

Dopo l'ennesimo intervento della FP CGIL, il sindaco di Grottammare si è fatto carico di convocare una riunione, invitando tutti i Sindaci dei comuni facenti parte dell'Ambito sociale, la Direzione della zona territoriale sanitaria e il coordinatore dell'Ambito sociale, per affrontare le prospettive organizzative e professionali della struttura e verificare la certezza dei finanziamenti, con l'obiettivo anche di poter stabilizzare il personale precario, in servizio da oltre sette anni.
La riunione convocata per il 27 giugno ha visto la sola partecipazione del sindaco di Monsampolo del Tronto e del direttore del Distretto sanitario, registrando la totale assenza di tutti gli altri sindaci, che non si sono degnati nemmeno di far partecipare gli assessori ai servizi sociali.

Una assenza gravissima, soprattutto del comune di San Benedetto del Tronto, che ha la titolarità della Presidenza della Conferenza dei sindaci, e che, a parole, dichiara di voler costruire una strategia per gestire i servizi in unione con gli altri comuni del territorio, mentre nella pratica si comporta esattamente come tutti gli altri.

La FP CGIL, nel richiamare gli organi istituzionali alle proprie responsabilità, ritiene che queste strutture debbono essere finanziate, per la stragrande maggioranza, da risorse d'ambito, a prescindere dal suo utilizzo, e solo in parte dal comune che ha i cittadini assistiti.
Solo con la garanzia del finanziamento si avrà la certezza che la struttura possa vivere e con essa gli operatori professionali.