.Tra angeli alati (..e nudi) debutta la Tosca di Latella allo sferisterio di Macerata
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di Claudia Bachetti e Susy Campanelli
Sicuramente l'edizione della Tosca (melodramma di Giacomo Puccini in tre atti),rappresentata ieri sera allo Sferisterio di Macerata non passerà inosservata
..
Per scenografia un occhio fatto tutto di calici di vetro che ricostruisce la forma del palcoscenico: calici di vetro a simboleggiare (come afferma il regista Latella) l'utero femminile, ma anche l'ostensorio. Insomma un continuo sovrapporsi di simbologie sacre e "umane" . Accanto alla componente del divino viene affiancata quella fortissima dell'erotismo. Alla gioventu' e all'allegria di Mario Cavaradossi (il tenore Alberto Jelmoni) si contrappone il lato oscuro e la passione incarnati dal barone Scarpia (il baritono Alessandro Paliaga) che circuisce Tosca ( soprano Francesca Rinaldi) e le fa perdere la lucidità
Sicuramente di effetto il duetto Scarpia-Tosca del secondo atto ambientato a Palazzo Farnese
con uno Scarpia smanioso che tenta di piegare una disperata Tosca al suo volere che.. singhiozzando introduce il tema di "..vissi d'arte..vissi d'amore".
Come sottofondo della vicenda angeli alati dai movimenti a volte scattanti a volte lentissimi fino
all'esasperazione sorretti sopra sfere trasparenti che diventeranno, nel terzo atto, non piu' sostegno per il loro movimento ma "contenitori uterini" degli stessi
presenti in palcoscenico in totale nudità. Ed infine la morte di Tosca che da diva torna donna nelle mani del destino gettandosi da Castel Sant'Angelo.
Le reazioni del pubblico: abbastanza contrastanti. Sicuramente applausi per l'interpretazione della giovane Francesca Rinaldi (peraltro dotata di una buona presenza scenica e capacità interpretativa) e per il baritono Alessandro Paliaga. Non ha convinto, invece, il ruolo di Mario Cavaradossi.
Opinioni molto contrastanti (con alternanza di applausi e fischi) per la regia di Latella (regista
di teatro) e la sua lettura di contrapposizione tra sacro e profano.
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01/08/2005
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