Quando i turisti avevano la coda
San Benedetto del Tronto | La città per uscire da un modello turistico primordiale, palesemete in crisi,deve creare una nuova classe dirigente formata da manager del terziario
di Veleno
C'era una volta, tanto, ma tanto tempo fa, quando i turisti avevano ancora la coda, San Benedetto Beach. Una cittadina di 25 mila abitanti con una primordiale vocazione turistica . Pochi alberghi, anzi pochissimi, molta accoglienza familiare(l' embrione delle pensioni) ed il mare che era una tavola blu. Tanto che con pinne, senza fucile ma con gli occhiali si andava a pesca di cozze, grosse e carnose, e di cannelli, oggi una rarità. Come giustamente ha detto Patrizi , San Benedetto del Tronto aveva un poil l' aspetto dei Caraibi, se non altro per il mare cristallino e le palme.
Un turismo da fine dell' era neozoica ma che funzionava, tanto che ha dato un bell impulso economico alla nostra città.
Ma come si viveva in un agosto qualsiasi di quei tempi?
Al mattino ci si abbronzava al sole, mentre i giovani la trascorrevano tra i tuffi dal trampolino, (una piattaforma posta a circa 400 metri dalla riva) e l' ascolto del juke-box. Il pomeriggio si andava in pineta a prendere un gelato alla Veneta o al Pino Bar .La sera, passeggiatina sul corso poi, dopo cena, alla Palazzina Azzurra o al Cavalluccio Marino a danzare.
A ben vedere da allora è cambiato poco. Continuiamo ad abbrustolirci al sole, invece del juke-box abbiamo il più sofisticato lettore CD con le cuffiette, al posto dei trampolini abbiamo i pedalò, lo struscio è sempre quello. Due però le differenze sostanziali:la riminizzazione degli chalet che si sono " globalizzati" e l' esigenza dell' animazione del centro cittadino.
Lo chalet è ora iperfunzionale. Contemporaneamente è:una palestra, un bar,un dancing, un ristorante, un teatro, una sala di lettura con annessa biblioteca, un solarium, una sala giochi. Vi potete sbizzarrire in mille attività, poi, se vi ci scappa un po di tempo, potete anche fare un bagno nelle cristalline (quasi) acque dell' Adriatico , che in fondo è lo scopo della vacanza al mare.
Se l' organizzazione dell' iperchelet è di tipo privato, l' esigenza di animare il centro cittadino per rendere gradevole lo struscio, è invece una gatta da pelare che spetta al municipio che, per ora, non è riuscita neanche a prendere la gatta, impegnata com' è a sedare una strisciante lotta intestina.
Sia ai tempi di quando i turisti avevano la coda sia nell' era dello chalet tecnologico un fattore è stato sempre fondamentale:
l' organizzazione. Nel turismo del neozoico era stata sufficiente l' arguzia del ceto marinaro che, con sapiente trasformismo, era divenuto una classe di operatori turistici. Nel turismo di oggi il fai da te non è più sufficiente, l' organizzazione dei fattori produttivi turistici è complessa, occorre, per dirla con un parolone, una classe manageriale che San Benedetto non ha e che non ha mai voluto formare anche per quell' individualismo radicato nella propria cultura.
Forse la nuova Facoltà di Economia, che prenderà vita tra non molto nella nostra città, potrà darci una mano. Nel frattempo dobbiamo arrangiarci e combattere la crisi economica, e di conseguenza del turismo, senza assestamenti strutturali ma rimedi empirici come " Le Notti Bianche" o qualche altra trovata posticcia.Forse sarebbe ora che qualcuno cominciasse a mettere mano a questo progetto per creare una nuova cultura turistica.
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14/08/2004
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