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D'Ambrosio: "Dalla parte dei bambini per ridare un futuro all'Albania".

| ANCONA - Le Marche contribuiranno con 150mila euro per rafforzare le politiche sociali nel Paese delle Aquile.

Nella sola capitale albanese, Tirana, sono 800 i “ragazzi di strada”, 9 mila i minori non accompagnati che negli ultimi due anni hanno raggiunto l’Italia, un numero crescente ogni anno che abbandona la scuola per un lavoro nero, senza contare il fenomeno droga, gli orfani negli istituti in condizioni drammatiche o i minori che vivono nelle periferie e nelle campagne del Nord in famiglie che sopravvivono con uno stipendio di 3.000 Lek al mese, circa 20 euro. E’ questo il contesto dell’Albania, il paese più giovane d’Europa: il 52% è sotto i 24 anni, con 1 milione e 369 mila minori che corrisponde al 40% della popolazione e il 33% ha meno di 15 anni. Il Paese anche meno longevo: appena 68 anni la vita media e un altissimo tasso di mortalità infantile.

Basterebbe questo scenario per comprendere la necessità di azioni di cooperazione internazionale rivolte a sostenere e sviluppare le politiche minorili nel Paese delle Aquile, dove i giovani e gli adolescenti sono tra le categorie considerate più a rischio di tutta Europa e dove non esiste  il Tribunale dei minori. E proprio al rafforzamento delle politiche sociali per contrastare il disagio giovanile sarà rivolto il programma di cooperazione decentrata da realizzare in tre città dell’Albania, Elbasan, Scutari e Valona, proposto da Emilia Romagna, Marche e Puglia e approvato dal Ministero degli Affari Esteri. Il Ministero assicurerà un finanziamento triennale di 1 milione e 503 mila euro , a partire dal 2005 e le Marche concorreranno con 150 mila euro in tre anni.

Lo schema di accordo di programma che disciplina i rapporti tra le tre Regioni italiane è stato approvato nell’ultima seduta della giunta regionale, prima della pausa estiva , su iniziativa del presidente Vito D’Ambrosio che ha commentato: “Da sempre sosteniamo la necessità di potenziare gli strumenti della cooperazione internazionale per costruire rapporti solidi e rendere autonomi i Paesi beneficiari.” “ Pensiamo cioè – ha proseguito- che la cooperazione internazionale, intesa non come flusso univoco di beni e tecnologie, ma scambio di saperi e culture, sia il modo giusto anche di affrontare i problemi legati all’emigrazione clandestina. In tal senso, ancor più efficaci gli interventi rivolti ai minori-  investendo quindi sul futuro di questi Paesi- che rappresentano una strategia vincente per prevenire ogni forma di disagio e risanare i tessuti sociali disgregati da guerre o crisi politiche.”  

Sulla base della positiva esperienza condotta dalle tre regioni in Albania ( Le Marche sono presenti da anni in territorio albanese con interventi specifici nei settori del turismo, della pesca e della tutela ambientale) è stato scelto dal ministero degli Esteri questo programma di cooperazione decentrata che ha l’obiettivo generale di sostenere il governo albanese a sviluppare e pianificare la rete dei servizi sociali a favore dei minori a rischio. Il programma, da realizzare in tre anni,  si svolgerà secondo due livelli di intervento: da una parte il rafforzamento delle capacità delle istituzioni centrali e decentrate, con specifici percorsi formativi e stage promossi dalle tre Regioni; dall’altra la realizzazione di iniziative concrete per la prevenzione e tutela dei minori a rischio. In particolare,  il programma avrà come beneficiari diretti, oltre ai minori abbandonati e a rischio delle tre città individuate, più di 500 persone, tra assistenti sociali, personale di uffici e operatori giuridici  per riqualificare e accrescere le competenze, anche in materia di adozione internazionale. Sarà, tra l’altro, riorganizzato il Comitato nazionale albanese delle adozioni e istituita una banca dati informatizzata.

11/08/2004





        
  



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