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Arlucea arlucea …

| FALCONARA - Dopo “Racconti raccolti sull’argine”, prosegue per l’Associazione Culturale L’Acchiappasogni il laboratorio di teatro terra terra condotto dal regista teatrale Giovanni Zurzolo.

Dopo “Racconti raccolti sull’argine”, prosegue per l’Associazione Culturale L’Acchiappasogni il laboratorio di teatro terra terra condotto dal regista teatrale Giovanni Zurzolo.
“Il teatro terra terra è un teatro della gente,  per la gente e con la gente di un territorio. Mira a piccole riflessioni culturali e affonda le sonde perlustrative negli strati più arcaici della storia umana. Si avvale di un metodo di rappresentazione semplice ed utilizza strumenti scenici poveri, “terra-terra”, appunto.”
 
Il laboratorio, sorto grazie al comune di Falconara, che ha finanziato l’iniziativa, e con la collaborazione del comune di Camerata Picena si pone come tema quello degli sfollati, dei migranti e dei viaggiatori.
Nato dalla consapevolezza che il marchigiano si è sempre spostato per lavoro, amore, miseria o per svago, il laboratorio indaga il viaggio come esigenza e si concluderà a settembre con una festa teatrale itinerante presso la Coop. Sociale “Gli amici delle Cerque” che ha entusiasticamente ospitato il laboratorio. Il moto dell’iniziativa è il legame dell’associazione con il proprio territorio, da conoscere, valorizzare e con il quale mettersi in contatto per stabilire un intimo scambio tra passato e presente.
 
L’iniziativa prende il titolo da un detto delle campagne marchigiane(“Arlucea arlucea, parea un vitrio, gera per pija’ era ‘no scatario”) che indica l’aspettativa vana riposta nell’avvento fascista e che qui viene presa a modello dell’illusione senza speranza. Oggi la stessa illusione la troviamo proiettata nei “viaggi della speranza”, che rappresentano le attuali migrazioni nelle quali vogliamo trovare un comune terreno di confronto.
Nelle nostre campagne c’era accoglienza per tutti, dovuta all’esagerata necessità di manodopera, ma  “un boccò de pà’ stentato ma sciguro” lo si trovava sempre.
Un lavoro che nasce quindi per riflettere su ciò che ci compone, radicalmente, e che ci richiama da ovunque noi siamo.

11/08/2005





        
  



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