Vieste, la città più orientale del Gargano, è sita su di un dolce promontorio che si staglia a picco sull’azzurro mare Adriatico.

Vieste è una città di oltre 13.000 abitanti che, nel tempo, ha affiancato alla tradizionale vocazione marinara una fiorente industria turistica ed alberghiera.

 

In merito alla nostra inchiesta su la "Guerra dei Decibel" a Vieste sono stati molto evasi, dicendo che il problema non c'è, che "non ci sono contenziosi in corso", perchè gli stabilimenti si sono muniti di impianti adeguati.

 

Per capire meglio abbiamo guardato l'ordinanza generale che ci ha fornito il Comune e abbiamo contattato alcuni stabilimenti della zona del lungomare.

 

L'ordinanza per gli stabilimenti balneari recita:" Apertura dalle ore 6.00 alle 21.00 (in tali esercizi è severamente vietato fare uso di megafoni e di qualsiasi apparecchio sonoro prima delle ore 10.00 e dalle ore 13.00 alle ore 16.00)

 

Gli intrattenimenti sonori serali non sono consentiti, salvo singola autorizzazzione compatibile con un piano esteso per ambiti territoriali. E' consentita la somministrazione di alimenti e bevande (per fortuna!), ai soli clienti, secondo la tipologia C...l'inosservanza comporta per la prima volta la sospensione dell'esercizio fino a 10 giorni, secondo la gravità dell'inosservanza. In caso di recidiva si provvederà alla chiusura provvisoria dell'intero esercizio..."

 

Arriviamo alla tipologia C, infatti come ci viene spiegato telefonicamente da un gestore, di stabilimenti balneari "tranquilli" la prerogativa di poter fare musica fino alle 4.00 di notte è di soli 3 esercizi. (Lido Oasi, Regine Club, Ghironda) 

Abbiamo chiesto se questi tre stabilimenti si trovassero fuori dal mondo e dalla civiltà, per avere una concessione del genere, ma ci hanno risposto che si trova tra alberghi  e residenti che quindi si sono abituati? Sembra di si.

Per la serie.. "figli e figliastri" comunque dobbiamo dire che la routine di una situazione del genere non crea effettivamente conflitto, visto che "sapere di non potere" per i "tranquilli" è una normalità e i giovani sanno dove andare, senza avere però, l'opportunità di scegliere tra più alternative o possibili iniziative.