Intervista al pianista Michele Campanella
Grottammare | Campanella suona Liszt da 46 anni. Con uno scopo: dimostrare la grandezza del compositore unghrese.
di Tiziana Capocasa

Michele Campanella
Da dove nasce questa predilezione per Liszt?
Ho iniziato a 15 anni, ero attratto dalla sfida. Misurarmi col virtuosismo tecnico. Mi sono avvicinato a lui in un modo istintivo. Liszt è stata la prima freccia del mio piccolo arco. Nella mia carriera poi mi sono occupato di altri compositori. Dopo alcuni anni di silenzio su questo affascinante musicista, ho ripreso le sue partiture e l'ho fatto con un atteggiamento diverso. L'ho riscoperto con la maturità, andando a fondo della sua intima poesia. Pochi si sono resi conto che Liszt è uno straordinario compositore oltre che un ottimo pianista. Il 99% del pubblico lo identifica ancora come pianista virtuoso, non come compositore. A mio avviso, invece, merita un posto nel Pantheon dei grandi compositori: al pari di Beethoveen, Chopin.
Liszt l'incompreso?
No, direi Liszt lo sconfitto. E' stato il supremo trionfatore del palcoscenico, il divo per antonomasia. Il Liszt virtuoso ha schiacciato il Liszt compositore, poeta. Anche lui se ne era reso conto.
Cosa ha "ritrovato" nella sua musica?
E' come se questa musica fosse un tramite diretto alle mie personali fantasie, al mio mondo poetico. Sono diventato esperto di Liszt in quanto suo profondo estimatore. Più si approfondisce questo personaggio, più lo si ama e lo si stima. E questo non è stato un programma nella mia vita, quanto piuttosto in incontro. L'innamoramento adolescenziale si è trasformato in amore.
Quali sono stati i suoi maestri?
Diversi pianisti hanno influito sulla mia sensibilità, anche se riconosco di aver avuto un solo maestro: Vincenzo Vitale. Nell'esecuzione di Liszt mi ha influenzato molto Gyorgy Cziffra, un grande virtuoso, un trascinatore anche se il suo taglio interpretativo oggi non lo condivido più. Fondamentale nel mio iter professionale è stato Arturo Benedetto Michelangeli. Rappresenta il punto più alto che un artista può raggiungere al pianoforte.
Ci parli del recital del 16 agosto al teatro delle Energie. La prima parte sarà incentrata sul Liszt religioso, più intimo ed introspettivo. Nella seconda parte un Liszt più brillante, formidabile interprete delle tradizioni, dello spirito del popolo magiaro. Eseguirò le Rapsodie Ungheresi, dimostrando tutta la complessita, la varietà e la profonda suggestione del repertorio lisztiano.
Come ha accolto il premio Liszt alla Carriera?
Sono molto contento di ricevere questo Premio perché il Festival di Grottammare è conosciuto e molto apprezzato anche fuori dall'Italia. Il catalogo che accompagna ad ogni edizione il FestivaLiszt insieme ai convegni e seminari dimostra tutto l'impegno nel rivalutare il grande compositore ungherese, la ricerca e lo studio attorno ad un personaggio che appassiona e che non si finisce mai di riscoprire".
La cerimonia di conferimento del Premio Liszt alla Carriera, come sempre in una cornice cultural mondana, avverrà al termine del recital. Per concludere brindisi con i vini della cantina Pantaleone di Ascoli Piceno.
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13/08/2008
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