E´ accusato di avere ridotto in fin di vita il suo datore di lavoro, spaccandogli la milza. Un clandestino cinese di 37 anni è stato sottoposto dai carabinieri a fermo di polizia giudiziaria, con l´accusa di lesioni gravi.

L´uomo è stato fermato in un casolare situato nel quartiere Agraria dove si era nascosto dopo l´aggressione, servendosi di una doppia parete ricavata in un muro.

A denunciarlo sono stati alcuni connazionali che lavorano nell´azienda di pelletterie di cui è titolare il cinese ferito, un cittadino di Shangai di 28 anni regolarmente residente in Italia.

L´inchiesta dei carabinieri è partita dopo che l´imprenditore si era presentato domenica mattina al Pronto soccorso denunciando fortissimi dolori alla milza. L´uomo presentava numerose ecchimosi e, dopo essere stato sottoposto a una serie di controlli, è stato operato urgentemente per l´asportazione della milza. Nonostante ciò è entrato in coma e la sua prognosi è tuttora riservata, anche se non sarebbe in pericolo di vita.

A quel punto sono stati avvertiti i carabinieri che hanno identificato in breve l´autore dell´aggressione, sottoponendolo a fermo di polizia giudiziaria: fermo poi convalidato dal magistrato ascolano.

Il clandestino avrebbe picchiato a sangue il connazionale perché non voleva pagargli in contanti il lavoro svolto, ma servendosi di un assegno post datato.