Puntualmente l’estate si caratterizza come una miscela infernale di rumori che imperversano di giorno ma soprattutto di notte nella nostra città. Non esiste requie per chi è raggiunta da immissioni rumorose intollerabili prodotte dalle più svariate fonti. I rumori rivelano la speciale capacità dell’uomo di ignorare i diritti degli altri e di affermare il proprio primato alzando la voce nelle conversazioni e nei dibattiti. Questa barbarie mostra la frammentazione del vincolo sociale, l’incapacità d’ascolto del nostro prossimo, una tragica forma d’insopportabilità del silenzio. Che è un momento della parola, la nutre di significato di sfumatura.

A teatro, nella musica, nella lettura e nella vita le pause di silenzio danno valore, forza e respiro alle parole e suoni. Si potrebbe pensare a un nuovo compito della scuola, a un impegno degli insegnanti e dei genitori di comunicare ai giovani il valore del silenzio quale rimedio per riscattare la parola.
Troppa invasione di gossip e avventure di personaggi più o meno noti porta al degrado del panorama culturale. In estate non si fa altro che parlare delle vacanze dei personaggi pubblici e dei loro amori. Invece che dei problemi veri (bambini, anziani, disoccupazione, povertà, ecc), ci si appassiona a storie futili e prive di un valore. Dando a questi fatti una rilevanza oltremodo esagerata. Un gioco inutile, per povera gente, a cui non rimane altro che sognare o farsi i fatti degli altri. Bisognerebbe come miti, avere dei personaggi, i quali, hanno lasciato un’impronta veramente lodevole della loro vita. Meglio pensare di più a se stessi e alla propria famiglia, che pensare al vuoto mondo dei fatti dei vip.

Con stupore abbiamo assistito alla cosiddetta movimentata “notte bianca”, da non confondersi con quella magistralmente descritta da Dostoevskij. Il tema del “Sognatore romantico”, dell’eroe solitario che trascorre i suoi giorni immerso nella dimensione del sogno, in un paradiso d’illusioni, lontano dall’incolore consuetudine dell’esistenza: questo il tema del racconto del romanziere russo, ma è anche la perfetta descrizione di chi formula certe proposte senza un concreto contatto con una realtà.

Mi sembra che prima di rendere candide le ore notturne sarebbe più opportuno rendere meno oscure quelle diurne, cercando di colorare con diverse tonalità alcuni aspetti del nostro quotidiano: la città non è pulita abbastanza, le diverse sfumature delle esalazioni delle fognature, il marrone e il giallo delle deiezioni canine, la variopinta tavolozza multicolore delle automobili presenti ovunque, il colore del mare della nostra spiaggia nei pressi delle foci dei torrenti e del fiume Tronto, spesso simile ad un filtro del tè usato, l’ebano dei sacchi della spazzatura sovrastanti i cassonetti, il tenue colorito scarlatto che dovrebbe affiorare sulle gote di chi non agisce in modo da far sì che tutto ciò non avvenga.