Dalle contrada San Giovanni, Santa Maria e Sant'Elpidio riceviamo e pubblichiamo.

"Dopo la decisione di rinviare la 54° Contesa del Secchio, avremmo reputato opportuno il silenzio da tutte le parti in causa, per evitare il divampare di polemiche dannose per la manifestazione.

Le prospettive cambiano dopo aver letto la presa di posizione dell’Ente Contesa, tramite una nota fitta di passaggi poco condivisibili e di affermazioni errate. Se si fosse convinti della giustezza di quanto deciso, in primis, non si tenterebbe di guadagnare minuti, sperando di convincere che la scelta del rinvio, avvenuta a pomeriggio inoltrato, fosse inevitabile.

Le centinaia di figuranti che hanno ricevuto il rompete le righe intorno alle 15.40 possono essere testimoni che la scelta dell’Ente è stata formulata alle 15.30, non alle 16. Come sembra eccessivo leggere che il maltempo abbia ‘imperato’ sino alle 17 (la pioggia ha smesso di cadere quasi un’ora prima).

Sembra inoltre opportuno sottolineare come non sia stata la sola Contrada San Giovanni a propendere per un’attesa di un’altra ora.

La Contrada Santa Maria è stata infatti la prima a formulare la proposta, subito condivisa da San Giovanni e Sant’Elpidio, senza le riserve di cui la nota diffusa dall’Ente Contesa parla. Quanto alla questione dei rimborsi per l’edizione 2004, dalla nota si lascia intendere che questi siano stati richiesti da una delle tre contrade critiche verso la decisione del 13 agosto. Sant’Elpidio, San Giovanni e Santa Maria sottolineano l’estraneità a qualunque richiesta di risarcimento dopo la 52° Contesa del Secchio. Che la scelta del presidente dell’Ente Contesa sia formalmente regolare, è dato inoppugnabile su cui nessuno ha da obiettare.

Come nessuno contesta il fatto che per primo a patire danno economico dal rinvio, sia l’Ente Contesa stesso, ma questa costituisce più un’aggravante che un’attenuante alla decisione presa. Che il lavoro del Direttivo, insostituibile e degno di lode, non abbia alcun valore, nessuno ha osato affermarlo né pensarlo. Anzi, proprio per non vanificare quel lavoro, e per evitare un danno economico, sarebbe stato necessario non essere trascinati dall’impazienza, e scegliere secondo buon senso. Come l’Ente stesso scrive, nell’incertezza si è scelto di salvaguardare la manifestazione. Temporeggiare avrebbe ridotto tale incertezza, senza arrecare offesa al pubblico (dato che la città non era affatto semideserta come si scrive), né al corteggio.

Corteggio che sta a cuore alle nostre contrade esattamente quanto alla San Martino ed all’Ente Contesa. Nessuno avrebbe voluto una manifestazione spoglia, misera e ridotta al solo gioco del pozzo.

Si pensa che partendo con un’ora di ritardo ed un cielo sgombro di nubi, la Contesa non avrebbe perso nulla del proprio fascino, e che comunque, decidere ignorando la posizione della maggioranza delle contrade sia una scelta inopportuna.

Non lo si afferma ora, e parlare di senno di poi è quanto meno improprio, se è vero, com’è vero, che già nel pomeriggio di domenica, e ben prima del diradarsi delle nubi, tre delle quattro contrade avevano espresso in modo inequivocabile la propria posizione. Il tempo è stato poi giudice impietoso di una decisione (quanto a giudicare se si tratti di dittatoriale dovrebbe essere chi la decisione la subisce, e non chi la impone) che, sembra bizzarro negarlo, ‘col senno di poi’, è risultata quella sbagliata.".