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Allevi alla Biennale: luci ed ombre di un successo

San Benedetto del Tronto | Sono convinto -dice il giovane maestro- che l’arte contemporanea si trova ad un momento di svolta epocale, perché deve riconquistare il rapporto con il pubblico e con il sentire comune

di Marco Braccetti

Giovanni Allevi


La Biennale Adriatica di Arti Nuove cala il suo asso a sorpresa: la serata di musica di ieri, con il maestro Giovanni Allevi, può essere definita un successo, con contorno di polemiche. Polemiche generate non dalle prove eccellenti degli artisti, ma dalle scelte dell’organizzazione riguardo ai posti a sedere.

Le centinaia e centinaia di persone recatesi alla Palazzina, si aspettavano che l’ingresso fosse libero, come peraltro preannunciato da tutti gli organi d’informazione, ma non avevano fatto i conti con la dura realtà, ed hanno trovato l’intero perimetro dell’area dove si sarebbe poi svolto il concerto recintato da transenne, con personale addetto a far entrare solo le “personalità” aventi il nominativo segnato su una lista. Il disappunto della gente, accresciuto dal modo sgarbato di rispondere di alcuni operatori, si è tramutato in un impeto che ha forzato i blocchi di transenne, consentendo alle persone di occupare i posti riservati dagli organizzatori a sponsor, autorità ed artisti vari. Molti notabili quindi hanno dovuto assistere alle performance musicali in piedi.

Ma qui finiscono le ombre ed iniziano le luci: grande apprezzamento da parte del pubblico ha avuto il gruppo di soli fiati “Quintetto Cherubino”, composto da Mauro Baiocco al flauto, Lorenzo Luciani all’oboe, Alberto Albanesi al clarinetto, Fausto Leli al corno ed Enrico Tancredi al fagotto, che ha eseguito brani composti da Allevi.

L’auditorio è già caldo quando fa il suo ingresso in scena il giovane maestro, dalla folta e riccia chioma, ringraziando tutti e dicendosi particolarmente emozionato, in quanto mai era capitato in un suo concerto, che il pubblico irrompesse con una tale “potenza”, un avvenimento che lo ha caricato ancor di più. Prima dell’esecuzione di ogni brano, con la sua voce suadente, ne spiegava il significato: Ciprea, ispirata da una conchiglia tenuta su una mensola nella casa di Harlem (New York); Come sei veramente, puro distillato di emozioni, dedicato all’amore ed agli innamorati; Go with the flow, la canzone che meglio lo rappresenta; Prendimi, trasposizione in musica del rincorrersi di due amanti; Ossessione, l’ossessione, positiva, dell’artista verso la musica.

Ed alla fine anche i tanto temuti treni hanno concesso una tregua, non disturbando mai le esecuzioni. Il bis di rigore è stato concesso con Go with the flow, poi sono stati solo applausi e grida di approvazione, ed il maestro, quasi meravigliato da così tanto calore, saluta tutti e se ne va, lasciando nella memoria degli spettatori, una serata che ricorderanno a lungo.

“…Un artista totale, curioso ed onnivoro, capace di attraversare con la tastiera del suo pianoforte la musica classica ed il POP, per poi improvvisare da vero virtuoso senza confini…” così il critico Enzo Gentile su La Repubblica definisce Allevi, e della sua immensa classe si è avuto un saggio ieri sera. Non è sacrilega, insomma, la definizione che lo sesso quotidiano fa dell’artista Piceno: “ Il Mozart del 2000”,accostandolo al genio di Salisburgo.

Dopo il concerto Allevi si concede alla stampa: “Mi sento un artista contemporaneo e perciò sono onoratissimo di essere stato invitato alla biennale. Sono convinto che l’arte contemporanea si trova ad un momento di svolta epocale, perché deve riconquistare il rapporto con il pubblico e con il sentire comune. Vedere che la gente sfonda le transenne per essere qua, significa che abbiamo creato qualcosa di vivo, qualcosa di vero, e ciò non può che esser positivo!”

19/08/2006





        
  



5+3=
Un momento della performance del giovane maestro

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