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Siamo tutti nella stessa barca

San Benedetto del Tronto | Lettera aperta a tutti coloro che, nel centro – sinistra, pensano di poter fare il sindaco, ai partiti e ai cittadini del Forum, ai cittadini senza attributi e ai cittadini di centro destra.

di Renato Novelli

Seguo con motivata attenzione le discussioni, le primarie, le candidature, le bozze di programmi. Manca. Secondo me , un anello di congiunzione con la realtà, non secondario: il rapporto tra ogni proposta e la crisi nera della nostra economia locale. Quando raffronto l’output produttivo e di servizi di Ancona (anche lì c’è crisi, ma anche comparti forti emersi dalla ristrutturazione di questi anni),e quello di San Benedetto, un brivido mi attraversa la schiena: stiamo uscendo dalla regione Marche. Rappresentiamo una crisi nella crisi. Propongo tre punti di riflessione dai quali, secondo me, nessun programma e nessun candidato può esimersi.

1)       E’ utile, ma non sufficiente reagire alla crisi dei settori economici chiave, con trattamenti di chemio – terapia. Il male è troppo profondo. Addobbare il lungomare e realizzare opere pubbliche, organizzare grandi eventi, rilanciare comparti produttivi, migliorare le strutture dei servizi, sono scelte in sé giuste ma disperate.  E altrettanto disperato è cercare rimedi settore per settore. Solo all’interno di una “mutazione di organizzazione e di mercato” le politiche economiche pubbliche e le imprese o le attività private trovano il sistema che realizza una nuova fase di dinamismo. La prossima legislatura deve vedere il Comune essere il promotore di un percorso autonomo di sviluppo del territorio attraverso iniziative amministrative condivise (non per  dire che i cittadini siano d’accordo, ma che realmente dividano parte del lavoro con la struttura pubblica). Il camminare, in tutte le sue forme e al salute, in tutte le sue forme anche sportive e di benessere, visto che il bene turistico più rilevante che abbiamo è il lungomare, possono essere la base su cui costruire un nuovo paesaggio unitario di costa, collina, patrimonio culturale e soprattutto patrimonio naturale - eno – gastronomico. Un paesaggio i cui confini sono segnati dalla offerta di attività, divenuto sistema organico. Un paesaggio che deve essere organizzato secondo tutte le opportunità offerte dalle norme EU, dall’apertura ad altri sistemi dal coordinamento di tutti.

2)       Preparare un piano e azioni concrete per andare al di là della città solidale dei servizi senza smantella re nulla di quello che è stato realizzato, per realizzare la città del “welfare di prossimità”, fondato sui rapporti esistenti, sulla reciprocità della vita quotidiana. Accanto ai servizi, cioè, mettere in coordinamento tutte le risorse esistenti anche quelle indirette e costruire un sistema il più possibile preventivo di intervento sui problemi dell’assistenza. Propongo la formazione di una commissione speciale di cittadini e medici per recuperare il rapporto tra  l’Ospedale e la popolazione per superare il muro di diffidenza che si è incrostato nel tempo e rimuoverne le cause.

3)       Organizzare la compatibilità tra questo quadro di mutazione della città e i programmi elaborati per lo sviluppo urbano ( in primo luogo le proposte dell’Ulivo consiliare, altri contributi ecc). Come nel caso dell’Ospedale, propongo la formazione di una commissione di saggi, trasversale ai due schieramenti per analizzare gli ultimi venti anni di politica urbanistica, le responsabilità negative, gli equivoci, i progetti non realizzati, le idee sepolte con l’obbiettivo di arrivare al superamento del nervosismo che ha dominato e domina qualsiasi discussione sull’urbanistica. Per le due commissioni speciali ed informali, il modello, senza scherzi ma con un po’ di ironia, è quello della Commissione per la verità dell’Aparthaid, voluta da Mandela con lo slogan: verità e riconciliazione. Ce l’hanno fatta i Sud africani, possiamo farcela anche noi?
 
Spero che i candidati alle primarie non ignorino la riflessione di un cittadino secondario, che i pettegoli non vedano secondi fini che non esistono, visto che non penso di presentarmi e ho intenzione di presentare niente altro che i miei libri ( per caso a Settembre ne esce uno sul turismo dove la parola San Benedetto non figura ) e che altri cittadini, se la pensano come me, me lo facciano sapere scrivendo a:
novelli.renato@libero.it

02/08/2005





        
  



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