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Crisi idrica? no grazie

Acquaviva Picena | Alcune precisazioni per fugare ogni possibile dubbio circa la mancanza di attenzione, da parte dell'Amministrazione Comunale.

di Barbara Capriotti

Non è assolutamente mia intenzione raccogliere le inutili e sterili polemiche di chi, coordinatore di questo, quel partito o movimento, si materializza dal nulla ergendosi a censore dell'Amministrazione Comunale ogniqualvolta gli eventi, correnti o di carattere eccezionale, offrano lo spunto non tanto per dare il giusto rilievo ai disagi della popolazione, quanto per attribuire delle responsabilità che, in un modo o nell'altro, debbono sempre e comunque ricadere sugli amministratori locali.

Sono del parere che, tuttavia, alcune precisazioni debbano essere fatte, se non altro per fugare ogni possibile dubbio circa la mancanza di attenzione, da parte dell'Amministrazione Comunale, rispetto alla crisi idrica che da mesi sta interessando il nostro territorio.

Come credo sia ormai noto a tutti, il CIIP Spa (che nel 2004 è passato da Ente Pubblico economico consortile a Società per Azioni) gestisce il servizio idrico integrato e, quindi, i servizi di captazione, adduzione, distribuzione e trattamento acque reflue. Le Amministrazioni Comunali, in base alle previsioni statutarie, concorrono a determinarne, in misura proporzionale al possesso azionario, gli indirizzi. Rientra inoltre, tra gli obblighi della Società, la segnalazione immediata ai Comuni, circa gli eventuali disservizi rilevati, nonché delle misure che si intendono adottare per porvi rimedio. Questo è ciò che avviene in contesti ordinari.

Ed ordinaria, certamente, non è la situazione idrica determinatasi nel nostro territorio a seguito dell'esigua quantità di precipitazioni rilevate da un anno a questa parte.

Da mesi, infatti, sono in atto le misure previste all'interno della procedura definita "Gestione eventi non ripetitivi". Dal "codice arancio" già operativo dal mese di febbraio, vista la progressiva diminuzione delle portate sorgentizie, si è, purtroppo, passati al "codice rosso" e cioè al livello di massima allerta da, almeno, un paio di mesi.
Conseguenze immediate: limitazioni alle forniture per utenze non domestiche, progressiva chiusura delle fontane pubbliche, temporanea sospensione del servizio, intensificazione dei controlli e delle sanzioni per usi diversi da quello potabile ed igienico sanitario.

Su sollecitazione del CIIP SpA e della Prefettura, inoltre, fin dal mese di giugno, sono stati affissi in tutto il territorio comunale numerosi avvisi, ai quali hanno fatto seguito i manifesti ed i volantini del CIIP SpA che, oltre al voler sensibilizzare la popolazione rispetto ad un corretto uso della preziosa risorsa, preannunciava anche i possibili disservizi che si sarebbero inevitabilmente verificati per l'effetto combinato di vari fattori (assenza di precipitazioni, diminuzione delle portate, aumento dei consumi).

L'Amministrazione Comunale che rappresento, dal canto suo, ha sempre mantenuto strettissimi contatti con gli operatori e gli uffici del CIIP SpA, con i quali si sono concordati tempi e modalità di intervento, pur nella consapevolezza dell'estrema eccezionalità del periodo (come non ricordare anche l'impegno profuso dal CIIP SpA in occasione del devastante incendio che ha interessato il nostro territorio nello scorso mese di luglio?).

Tuttavia, conoscere e gestire una problematica tanto complessa, purtroppo, non significa certo potervi porre rimedio come per incanto. Anche le Istituzioni di volta in volta chiamate in causa dai cittadini (Prefettura, Carabinieri), non hanno potuto che prendere atto della veridicità dei disservizi lamentati e delle difficoltà connesse.
Dal canto mio non posso certo imputare al CIIP SpA un difetto di attenzione, dal momento che da mesi ci si consulta quotidianamente sulle situazioni di maggiore criticità, che in questo periodo interessano almeno dieci frazioni del Comune di Acquasanta Terme, e sulle misure straordinarie da adottare, almeno per la fornitura dell'acqua ad uso potabile.

Con ciò non intendo assolutamente sminuire l'enorme disagio vissuto in questo periodo dai villeggianti, che certamente rappresentano una risorsa per il nostro territorio, né quello dei residenti di Pito come delle altre frazioni (Peracchia, Rocca Monte Calvo, San Martino, Fleno e via dicendo). Queste ultime vivono da anni, ogni estate, in situazione di carenza idrica. E da anni l'Amministrazione Comunale si sta prodigando affinché vengano realizzati quei lavori necessari a garantire a tutti i cittadini l'approvvigionamento di un bene primario qual è l'acqua.

Non esistono, per noi amministratori, cittadini di "seconda classe", né ci siamo mai sottratti ai nostri doveri istituzionali, primo fra tutti, programmare, seppur senza clamori, interventi nell'interesse dell'intera collettività, in stretto rapporto di collaborazione con i soggetti preposti, così come individuati dalle norme vigenti e nel rispetto delle reciproche competenze.

Barbara Capriotti

20/08/2007





        
  



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