«Vogliamo incontrare Dardanio Manuli o la protesta salirà ancora»
Ascoli Piceno | Andrea Quaglietti del Sindacato dei Lavoratori: «Manuli ha preso sovvenzioni dallo Stato per 40 anni, e da allora sfrutta il territorio. Ora non può gettare in strada 400 persone in maniera gratuita».
Andrea Quaglietti
"Il Gruppo Manuli ad Ascoli, per lo stabilimento di Campolungo ha preso sovvenzioni dallo Stato, incentivi, sostegni diretti e indiretti da 40 anni ad oggi. Nello stesso tempo, ha sfruttato il territorio finché poteva, costruendo un impero internazionale grazie anche al lavoro, al sacrificio, alle capacità di migliaia di operai e persone dell'ascolano. Ora non può andarsene in maniera così gratuita, mettendo sulla strada 400 famiglie legate al lavoro della sua fabbrica e altrettante dipendenti dalle commesse nell'indotto". Lo afferma Andrea Quaglietti, delegato RSU alla Manuli per il Sindacato dei Lavoratori (organizzazione da molto tempo maggioritaria in azienda), e membro del Coordinamento nazionale dello stesso SDL.
"Secondo alcuni la Manuli tornerebbe ad aprire lo stabilimento a fine agosto - dice Quaglietti - ma allora perché il 17 scorso ha impedito ai manutentori di entrare per preparare le macchine in grado di riavviare la produzione di tubi, nella divisione Idraulica? E perché non tratta e chiude la porta a qualsiasi intesa per il futuro della fabbrica, dopo l'annuncio della mobilità?".
"La verità - aggiunge il sindacalista SDL - è che il gruppo milanese ha voluto che tutto andasse nel peggiore dei modi, in queste ultime settimane, lasciando che il 3 agosto scorso partissero il periodo dei 75 giorni precedenti all'avvio della mobilità per 375 dipendenti, e quindi poi il licenziamento".
A questo punto, Andrea Quaglietti, leader di una protesta che molti sanno ormai si sta estendendo ben oltre i confini della fabbrica - dove peraltro continua il presidio permanente e molti TIR sono bloccati all'interno - fa una richiesta precisa : "Noi vogliamo incontrare direttamente il proprietario dell'azienda, quel Dardanio Manuli che mai prima d'ora s'è degnato di farlo. Ci deve dire di persona qual è il futuro dello stabilimento di Ascoli. Nel caso non lo facesse la lotta diventerà ancora più dura. E questo anche perché le conseguenze sarebbero drammatiche non solo per la nostra fabbrica ma per tutto il comprensorio piceno".
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21/08/2009
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