Unoasi di turismo sostenibile
| ANCONA - Cooperazione allo sviluppo: tre giovani tuareg algerini in stage formativo nelle Marche. Dal Sahara ad Ancona per diventare guide e custodi del deserto. Tutti insieme per un tè nel Lazzaretto.
Si concluderà il prossimo 27 agosto il microprogetto di cooperazione internazionale nellambito del turismo sostenibile, per la promozione della professione di operatore turistico per giovani delloasi sahariana di Djanet (Illizi-Algeria).
Il progetto prevedeva uno stage teorico-pratico in campo turistico della durata di quattro mesi (due mesi nel corso del 2004 e due mesi nel corso del 2005) svoltosi ad Ancona e rivolto a tre giovani tuareg delloasi di Djanet che oltre ad aver appreso la lingua italiana, hanno visitato le strutture turistiche (agenzie di viaggio e ristoranti) e culturali (musei e parchi archeologici) delle Marche.
Con il sostegno della Regione Marche, della Provincia di Ancona e del Parco del Conero il progetto ha visto anche la fondamentale collaborazione di partner privati come lAssociazione Senza Confini ONLUS Ancona, il Servizio Civile Internazionale (SCI) Ancona, lImaran Voyages Algeria e il CTS Ancona.
A fare il bilancio del progetto biennale che sta giungendo a termine in questi giorni sono Marina Maurizi (Servizio Cooperazione allo Sviluppo Regione Marche) e Patrizia Carletti ( Responsabile Associazione Senza Confini Ancona) che spiegano come nellOasi di Djanet, situata nel cuore del Parco del Tassili a 2500 Km da Algeri, ci sia una forte necessità di operatori turistici qualificati soprattutto tra i giovani Tuareg, profondi conoscitori del deserto.
Questarea è infatti meta di numerosi turisti, soprattutto europei, che si recano in zona per visitare il Sahara e laltopiano dal Tassili con i suoi reperti neolitici, riconosciuto dallUnesco patrimonio dellumanità.
Creare un turismo sostenibile che soddisfi i bisogni dei turisti, ma che sviluppi anche opportunità e protegga le comunità locali, è questo lintento del progetto come spiega Patrizia Carletti- che mira anche a sancire un gemellaggio tra il Parco del Conero e quello del Tassili, aprendo per la prima volta un canale di comunicazione tra le Marche e lAlgeria.
Lintento è ha sottolineato Carlo Dore del CTS - quello di dare a questi tre ragazzi, Ibrahim, Nouri e Farid ed in futuro ad altri tuareg delloasi di Djanet, uno strumento di lavoro che li possa rendere indipendenti e permetta loro di gestire lofferta turistica nel pieno rispetto della loro identità storica e culturale.
A questo fine verrà redatta anche una brochure tradotta in cinque lingue e distribuita allaeroporto in maniera tale che i turisti, nelle loro escursioni nel deserto, possano affidarsi a guide esperte come questi giovani tuareg, ormai formati anche a svolgere un ruolo di custodi del magnifico patrimonio ambientale che li circonda.
Per salutare e ringraziare dellaccoglienza Ibrahim, Nouri e Farid hanno invitato, questa sera al Lazzaretto, gli anconetani a prendere un tè tuareg preparato secondo il lungo e tradizionale rito.
Il tè per noi ha spiegato Ibrahim è il vero simbolo del Sahara, forte come la vita, dolce come lamore, ma anche amaro come la morte.
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23/08/2005
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