Nello specifico la norma prevede che dall' anno prossimo le date delle festività del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno oltre a quelle che riguardano i santi patroni dovranno slittare in modo che cadano di venerdì, domenica o lunedì.

Il colpo più forte per il prossimo 2012 è sicuramente rappresentato dal ponte di primavera, quello compreso tra la festa della liberazione e quella dei lavoratori; infatti dallo storico risulta che in quel periodo si spostino in media circa 9 milioni di persone, che con l'abolizione del ponte rimarranno a casa a lavorare. Gli effetti solo su questo ponte saranno la perdita di 6/7 notti in un periodo così importante per il nostro turismo in quanto alle porte della stagione e quindi volano fondamentale per il tanto sospirato bisogno di destagionalizzare.

L'intervento è ancor più fuori luogo se pensiamo che negli ultimi tempi la solita settimana di vacanza viene spesso sostituita dal turismo mordi e fuggi di 2/3 notti, tipico proprio dei week-end dei ponti.

Quindi oltre allo shock di vedersi trasformare il 25 aprile in 28 aprile, il 1° maggio in 5 maggio ed il 2 giugno in 3 giugno incombe lo spettro di una perdita di fatturato importante che coinvolgerebbe oltre agli albergatori i ristoratori, i commercianti, l'agroalimentare e tutta la filiera che ruota attorno al mondo del turismo.

Da ultimo mi sorprende il silenzio del Ministro del Turismo Michela Brambilla che probabilmente non ha ancora intuito gli effetti devastanti che l'applicazione di questa norma potrebbe portare ad uno dei pochi settori che ancora riescono a sopravvivere in Italia; spero vivamente in un totale ripensamento da parte del nostro Governo ed anzi auspico che al posto di queste genialate si tirino fuori idee, soluzioni ed aiuti per far si che l'intero mondo del turismo e le persone che ci lavorano vengano sostenuti per quello che meritano.