Giovedì 24 agosto al Circolo Nautico Fania Pozielli ha presentato il libro “Il secolo di Angelo”
San Benedetto del Tronto | Giovedì 24 agosto, al Circolo Nautico di San Benedetto del Tronto, la sanbenedettese Fania Pozielli ha presentato il suo secondo libro dal titolo “Il secolo di Angelo”.
di Elvira Apone

un momento della serata
Commozione e partecipazione hanno caratterizzato la serata di giovedì 24 agosto in cui, presso il Circolo Nautico di San Benedetto del Tronto, nell’ambito della XXXVI edizione della rassegna letteraria “Incontri con l’autore” organizzata dalla libreria Bibliofila, dall’associazione “I luoghi della scrittura” in collaborazione con il Circolo Nautico e con il comune di San Benedetto del Tronto, la scrittrice sanbenedettese Fania Pozielli ha presentato il suo secondo romanzo dal titolo “Il secolo di Angelo”. A interagire con lei c’era il magistrato e poeta Ettore Picardi, autore della prefazione del libro; diverse letture di brani del romanzo sono state affidate a Federica Crescenti e a Chiara Sebastiani, che hanno dato voce a diversi personaggi della storia. La serata è stata anche allietata da due momenti di danza, affidati a due ballerini di tango: Giorgio Scattolini e Irene Coccia, che hanno fatto rivivere al pubblico le atmosfere legate al mondo dell’Argentina del secolo scorso, di cui si parla nel libro.
Come ha precisato l’avvocato Silvio Venieri, introducendo l’incontro, “Il secolo di Angelo” è già stato presentato con successo al Salone Internazionale del libro di Torino ed è stato insignito dall’associazione Omnibus Omnes del premio “Un libro per Arquata" poiché un intero capitolo è ambientato a Capodacqua, un delizioso paesino sui Sibillini cui l’autrice è molto legata e che, purtroppo, è stato colpito dagli eventi sismici dell’agosto scorso. E fatalmente, la presentazione a San Benedetto di quella che per Fania Pozielli è la seconda prova letteraria, dopo il noir “I gabbiani non parlano”, è caduta propria nel triste anniversario di questa tragedia per le cui vittime la stessa Fania, nel corso della presentazione, ha chiesto a tutti i presenti un minuto di silenzio.
Tanti sono i personaggi, reali e immaginati, che affollano il romanzo, come altrettanti sono i luoghi in cui questi si muovono: l’Argentina, la Svizzera, la Germania, e poi l’Italia con Capodacqua, San Benedetto del Tronto, Riccione. E tanti sono, quindi, i temi toccati nel libro, temi importanti e profondi: l’emigrazione, la povertà, il sacrificio, la dignità, gli affetti famigliari, i ricordi. Ma al di là di tutti, il vero protagonista resta il Novecento, che Fania ricostruisce attraverso le vicende della propria famiglia e, in particolare, del padre Angelo. Come ha osservato Ettore Picardi durante la presentazione del libro, il secolo scorso, in cui lo sviluppo tecnologico sembrava andare di pari passo con quello culturale, è stato un secolo determinante nel cammino dell’umanità, un secolo tutt’altro che privo di avvenimenti drammatici, eppure, al tempo stesso, carico di speranza; un secolo in cui nulla, nemmeno la povertà, era vista come un destino ineluttabile e in cui, pur con tutti i limiti che aveva e che ha tuttora, si aveva ancora fiducia nella natura umana e nella sua capacità di miglioramento. Un secolo, dunque, come anche Fania ha osservato, in cui uomini e donne hanno dato grande prova di coraggio e di eroismo. E specialmente alle donne del Novecento, Fania ha riservato parole di elogio e di ammirazione: donne cui erano negati la libertà, non solo sessuale, il diritto di voto, l’indipendenza, non solo economica, ma che, invece, dietro le quinte, nel silenzio dei loro sacrifici e della loro forza di volontà, mandavano avanti intere famiglie e spesso si sobbarcavano il peso di enormi responsabilità e privazioni.
Ci sono nel libro anche riferimenti a canzoni e a generi musicali, come ha fatto ben notare Ettore Picardi. La musica è, infatti, un’importante colonna sonora della nostra vita e spesso ne accompagna e ne delinea tanti momenti e avvenimenti. E sull’onda dei ricordi che legano molti di noi agli anni ’70, giovedì sera, il pubblico del Circolo Nautico ha rivissuto per qualche minuto quegli anni, quando la voce di Chiara Sebastiani ha accompagnato le note dell’indimenticabile canzone di Marcella Bella “Montagne verdi”. Un viaggio della memoria, quindi, alla scoperta di un passato che riguarda tutti da vicino; un percorso entusiasmante e convincente attraverso il secolo scorso, che ha lasciato alle nuove generazioni un’eredità straordinaria.
Una serata emozionante e originale quella di giovedì sera, in cui, tra danza, musica, riflessioni, letture, ricordi e, forse, nostalgia di un passato che non tornerà più, Fania Pozielli ha saputo regalare al pubblico uno spaccato di vita vera, uno spicchio intenso della nostra storia, offrendo una grande testimonianza di affetto nei confronti della propria famiglia, della propria terra e del popolo marchigiano.
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25/08/2017
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