"Se questa è una Scuola (rivelazioni di un pentito)", il resoconto degli studenti
San Benedetto del Tronto | i ragazzi della Rete degli Studenti Medi esaminano le aspre critiche al sistema Scuola perpetrate dall'ex-professore Gianni Sorrentino durante la presentazione del suo libro "Se questa è una Scuola" nella penultima serata di " Incontri con l'autore".
di I ragazzi della Rete degli Studenti San Benedetto
Sorrentino
L'oggetto presentato, frutto di un manoscritto di un collega di antica data, lascito prezioso ai fini dell'opera, è un libro dal titolo "Se questa è una Scuola (rivelazioni di un pentito)".
In quanto sindacato studentesco non abbiamo potuto fare a meno di notarvi un'aderenza al nostro campo d'azione, nonché l'altisonanza dell'implicito riferimento a Primo Levi, presupposti che ci hanno spinti a recarci alla presentazione lo scorso lunedì sera alla Palazzina Azzurra di San Benedetto.
Otto capitoli di giudizi ed opinioni, otto capitoli su "una scuola ripugnante", che "non ci soddisfa", conditi da invettive contro il sistema intero con i suoi burocrati tutti e ciniche osservazioni sulla società attuale. Questa, una descrizione sommaria che ci è stata propinata dall'autore stesso.
Ma procediamo con ordine: prima di parlare del contenuto vorremmo focalizzare l'attenzione sulla struttura del discorso.
In genere una qualsiasi teoria si basa su due componenti fondamentali e complementari, ovvero una pars destruens - letteralmente dal latino "parte distruttiva" - ed una pars construens - "parte costruttiva".
In mancanza di una di queste una critica non è degna di nota, in quanto la prima è necessaria ai fini di "distruggere" o confutare una tesi, mentre la seconda ha lo scopo preciso di arrivare ad una qualche conclusione, diretta a "costruire" una soluzione alla problematica in esame.
Dunque per quanto riguarda la "parte distruttiva" c'è stata, sì, un'esposizione a trecentosessanta gradi delle lacune del sistema scolastico, arrivando fino al "malinconico declino della società", tuttavia in maniera poco approfondita e generica, priva di una sostanza che potesse ovviare i soliti luoghi comuni.
In quanto alla "parte costruttiva", invece, inesistente, sarebbe occorso almeno qualche accenno ad una soluzione concreta senza troppe digressioni su rancori personali.
Dal punto di vista contenutistico, invece, pur riscontrando contingenze sul piano ideologico, quali la laicità della scuola, il rifiuto dell'indottrinamento e la lotta all'omofobia, abbiamo potuto notare qualche incongruenza.
In primo luogo l‘attribuzione generale delle colpe - partendo dai presidi e dai docenti e giungendo agli studenti ed alla società intera - non solo denota un'eccessiva dose di cinismo ma anche la pretesa di un'elevazione di sé allo status di "innocente", rassegnato sul fatto di non poter cambiare la situazione - seppur criticata aspramente.
In secondo luogo l'enumerazione delle svariate problematiche che ruotano intorno al pianeta Scuola non permette di avere una visione centrale degli obiettivi di tale critica.
"Il modo di proporsi degli italiani" all'interno di una comunità, la fragilità dei figli dovuti all'eccessiva protezione delle madri, l'amore, la sessualità, i cosiddetti "emarginati" come gli omosessuali e coloro che professano altre religioni, l'interferenza della Chiesa Cattolica, la corruzione nella Cosa Pubblica sono, appunto, argomenti troppo vasti per essere trattati insieme con la dovuta attenzione per ciascuno - infatti il risultato finale è stata una sterile esposizione di fatti sconnessi.
Ammettiamo che è già un'impresa alquanto ardua non sfociare in banalità ed esporli in maniera esauriente, poi, se aggiungiamo la lentezza nel discorrere e la schematicità di una scaletta forzatamente imposta in un campo troppo vasto, otteniamo un risultato raccapricciante..
Concludendo, da studenti ci siamo assunti l'onere - una licenza temporanea, senza nessuna presunzione e con tutto riguardo - di valutare l'esposizione del nostro prof secondo i criteri in uso negli ordinari test di verifica.
Voto: cinque
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29/08/2014
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