In riferimento ad alcuni articoli di stampa circa la ripresa economica del nostro territorio , riteniamo che sia troppo presto parlare di ripresa in quanto una attenta riflessione sui dati economici ci fa considerare il nostro territorio ancora in difficoltà, nonostante alcuni inconfutabili segnali positivi.

Non è nostra intenzione generare un clima pessimistico, ma il nostro rapporto con i disoccupati, con quelli che hanno già perso il lavoro e con le paure dei lavoratori non ci permette di fare considerazioni diverse.

Qualche anno fa le OO.SS. CGIL – CISL e UIL di Ascoli Piceno denunciarono l’esistenza di una crisi strutturale del nostro sistema produttivo territoriale, fatto di piccole e piccolissime aziende soprattutto manifatturiere ,con poca capacità ottenere credito, con poca ricerca al proprio interno. Allora si disse che occorreva pensare uno sviluppo che avesse al suo interno anche attività produttive consolidate in settori strategici; che occorreva intervenire sulle infrastrutture materiali e immateriali, sulla Ricerca, sulla Formazione, sul coinvolgimento dell’ Università, sulle politiche del Credito, sui centri di innovazione tecnologica per le imprese, sulla valorizzazione dei beni naturali e culturali del territorio, per creare le condizioni di uno sviluppo duraturo.

Questa analisi fu condivisa dall’ associazione degli imprenditori e da una parte del mondo politico, al punto che la Provincia di Ascoli Piceno, a cui va riconosciuto il merito, istituì un tavolo permanente, tutt’oggi aperto, per affrontare le problematiche dello sviluppo sul nostro territorio. La stessa Regione ha riconosciuto le difficoltà del territorio piceno nel proprio DPEFR 2004_2005, proponendo ed ottenendo la proroga degli ammortizzatori Sociali anche per i lavoratori dell’artigianato.

Se queste prime azioni non saranno accompagnate da un rilancio delle capacità imprenditoriali e da interventi selettivi del Governo centrale attraverso provvedimenti di politica industriale ed economica, avranno pochi effetti per la ripresa dello sviluppo territoriale.

Dalla lettura dell’annuario economico delle Marche, che prende in esame 5000 imprese distinte per fatturato, redditività, patrimonio, costi di produzione, oneri finanziari, si evince, ad eccezione di alcune imprese del commercio ed una delle calzature che si collocano ai primi posti, una scarsa presenza in termini numerici delle nostre imprese, rispetto alle altre province, soprattutto nelle posizioni di eccellenza della graduatoria.

Analizzando i dati della Camera di Commercio circa la crescita numerica delle imprese, risulta che nei primi 6 mesi del 2006 solo il settore delle costruzioni è in crescita (saldo positivo + 49), ma con la presenza di piu’ imprese che dipendenti. Tutti gli altri settori hanno fatto registrare un tendenziale saldo negativo. L’altro dato che evidenzia la presenza di nuove imprese, da alcuni enfatizzato, e’ caratterizzato da imprese non classificate che, quindi, potrebbero essere inattive.

Alla luce di quanto affermato riteniamo che il percorso da compiere sia ancora lungo che l’ impegno delle Istituzioni, cosi come quello delle imprese, non puo’ finire al comparire dei primi raggi di sole, e il confronto deve ritornare ad essere il metodo di azione di tutte le parti coinvolte, perche non siano adottate scelte sbagliate o inefficaci in un territorio che ha forte necessità di interventi programmati e condivisi.