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Sgl Carbon: quale riconversione?

Ascoli Piceno | In sede di tavolo di concertazione l’azienda spiazza tutti annunciando il suo prossimo disimpegno produttivo su Ascoli.

Il 27 luglio scorso si è tenuto un importante tavolo di concertazione sul tema SGL CARBON, con all’ordine del giorno lo studio dell’Armal sulla riconversione produttiva.
La presenza delle Amministrazioni pubbliche, Comune, Provincia e Regione, dell’azienda e delle Organizzazioni Sindacali, era la condizione che dava valore aggiunto al tavolo stesso, ma contestualmente è stato il luogo in cui si sono registrate posizioni ed atteggiamenti che hanno acuito la già forte preoccupazione per il futuro.

La Cisl, per bocca del Segretario Generale Antonio Angelini e del Segretario Femca Cisl Giovanni Tomassetti, hanno in quella sede ribadito che gli interessi che vanno prioritariamente salvaguardati sono quelle relativi al reddito degli attuali occupati, diretti e dell’indotto.
Hanno altresì rilevato come l’Azienda abbia approfittato del lungo dibattito politico, che si trascina da anni, sul ruolo e le prospettive dello stabilimento e dell’area che occupa, per presentarsi all’incontro a comunicare il suo prossimo disimpegno produttivo ad Ascoli.

Una dichiarazione che ribalta completamente, da un giorno all’altro, la propria strategia avendo sempre dichiarato la volontà di mantenere le produzioni in questo sito.
Anche la generica disponibilità, rappresentata dalla Società, di partecipare al progetto di riconversione è apparsa, dopo i primi approfondimenti, più una dichiarazione formale che una volontà concreta.

L’Armal ha prodotto lo studio che individua le possibili attività che si potrebbero realizzare in alternativa all’attuale, ma, di fatto, ad oggi nessun progetto concreto è in campo e quindi nessuna certezza per il futuro dei lavoratori della Carbon, mentre è ormai chiaro che serviranno ingenti risorse per la bonifica dell’area, tutte da reperire, così come è scontata la volontà della Carbon di dimettere il sito produttivo.

La Cisl ribadisce, così come ha fatto al tavolo, che non condividerà soluzioni che non prevedano continuità di reddito per i dipendenti; se riconversione deve essere, il disimpegno dell’azienda non potrà che essere contestuale all’avanzamento del progetto.

Occorre che tutti i soggetti assumano le proprie responsabilità: c’è un problema sociale che va assunto anche dall’azienda, e le Istituzioni, ciascuna per le proprie competenze sono chiamate ad indirizzare lo sviluppo del territorio, partendo da questa situazione di criticità.

Il Comune deve garantire una pianificazione urbanistica che favorisca l’insediamento delle eventuali nuove attività produttive che saranno individuate; Provincia e Regione dovranno anch’esse inserire questa emergenza nell’ambito della loro programmazione affinché possa esserci un’assegnazione di risorse, sia proprie che da altri livelli istituzionali ma, soprattutto, c’è la necessità di un’azione collegiale che veda prioritario l’interesse delle persone e della comunità e non quello di questa o quella parte politica.

Un fenomeno, quest’ultimo, che purtroppo caratterizza il nostro territorio ed è stato troppo spesso causa di colpevole immobilismo e sul quale in tanti rischiano di scivolare.
La Cisl, nella sua piena autonomia, non cerca oggi capri espiatori ai quali scaricare la responsabilità degli insuccessi di domani, si assume le proprie, per quanto di sua competenza, e afferma, sin da ora che se non si sarà in grado di costruire una prospettiva per le famiglie che vivono in funzione della Carbon, la responsabilità sarà collegiale.

L’incontro del 27 luglio si è concluso con l’impegno dei soggetti pubblici di incontrarsi per assegnare ai tecnici lo studio di fattibilità di un progetto, auspichiamo che i tempi siano compatibili con la gravità della situazione e si riesca a fare quel salto di qualità che passa sostanzialmente nella capacità di costruire proficue e responsabili relazioni.

04/08/2005





        
  



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