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“Beirut”, topi, infrastrutture.

Ascoli Piceno | Le considerazione del Presidente della Confcommercio Calvaresi sui problemi nostra città.

Guardando attentamente Ascoli ed esaminandola con gli occhi del Presidente della Confcommercio che si deve continuamente preoccupare, insieme ai suoi associati, di dare un impulso continuo alla città per creare sempre di più forme intelligenti ed interessanti di sviluppo della stessa chiedendo “aiuto” agli amministratori in carica di maggioranza e minoranza, non posso che fare alcune considerazioni purtroppo negative.

Sarò molto sintetico e per questo comincio ad elencare quello che mi lascia perplesso a seguito di continui esami approfonditi che non trascuro di analizzare con i miei collaboratori e utenti dei servizi della mia categoria.

Il centro di Ascoli purtroppo, tanto per intenderci quello che definiscono “Beirut” -che oggi potrebbe essere considerato un complimento, visto che Beirut è tornata ad essere una delle più belle ed abitabili città del Medio Oriente- malgrado le promesse degli Amministratori peggiora sempre di più. I turisti sono ossessionati da questa materiale presentazione orrenda ed infernale. Premesse e promesse ce ne sono tante e di accomodamenti vari, ma i risultati possiamo definirli uguali a zero.

Qualcuno si lamenta per i “piccioni” ad Ascoli e vuole combatterli con i “falchi”; personalmente non ho nulla in contrario ma penserei prima ai topi che escono dai buchi delle porte dell’Olimpia che sino ad oggi non viene minimamente utilizzato per alcun risultato tangibile. Sorvoliamo sul Super Cinema che attanaglia in negativo buona parte del centro storico e della “fabbrica di San Pietro” (vedi Filarmonici) che resta ferma e non si muoverà nemmeno se ci darà una mano lo tsunami!!! Altre zone di Ascoli non le voglio nominare poiché sono diventate meta di vandalismi e ruberie da parte di personaggi non identificati e che hanno via libera nell’appropriarsi di pezzi di fontane, di antichità e chi più ne ha più ne metta, senza che ci siano controlli per evitare simili scempi.

Il calo demografico di Ascoli si può sicuramente attribuire a queste situazioni incresciose. Con l’occasione la colpa corre verso gli amministratori che operano un po’ troppo “alla viva il parroco”, trascurando per esempio le vie di comunicazione, siano esse interne che esterne, che vanno tenute in ordine e lasciando le strade piene di buche pericolosissime in periferia ed al centro, e mancanti di illuminazione necessaria per la sicurezza degli utenti cittadini.

Prendiamo a questo punto anche le infrastrutture, se si costruissero con le “promesse” saremo i più fortunati al mondo; purtroppo continuano a mancare collegamenti con i Sibillini e con la vicina Teramo con la quale si  potrebbero realizzare progetti organizzativi in unione con la nostra città per un comune progresso economico.

I corsi universitari studiati ad hoc per dare impulso ad iniziative dei giovani per il fiorire di attività produttive confacenti e compatibili con il nostro territorio, per il momento, neanche a parlarne; qui ci vorrebbe il filosofo anziano ascolano che non trascurava di sorridere ironicamente dicendo: “Commendatò, diamoci una mossa altrimenti dove andremo a finire?”. Solitamente quando c’è da prendersela con qualcuno se la prendono con i commercianti; “dopo l’euro hanno triplicato i prezzi, danno sempre merce più scadente, prima o poi ci imboniranno i prodotti cinesi per guadagnare di più e spendere meno” ma non ho mai sentito dire che si sta preparando un programma per attirare l’attenzione dei consumatori verso Ascoli e la periferia e quindi un relativo aumento di consumi affinché i commercianti possano reinvestire. I commercianti, non è perché il sottoscritto che parla ne è il Presidente provinciale, stanno facendo troppo ed in silenzio. Gli amministratori, forse ci capiscono poco e la prima negatività è che stanno tirando un po’ troppo la corda. I commercianti vogliono essere sentiti per comunicare i loro stati d’animo con obiettività e riferire quello che effettivamente accade fuori del palazzo quando sono loro che si trovano a contatto con i consumatori. Avranno il coraggio gli Amministratori di perseguire questa filosofia che potrebbe dare frutti come la migliore e più intelligente strategia se assieme ai commercianti interpelleranno le altre categorie: industriali, artigiani ed agricoltori.

Si parla molto di marketing ma qualche volta non dimentichiamoci del figlio minore del marketing: il merchandising e poi potremmo anche pensare a non trascurare che insieme ad Urbino potremo essere la seconda! Città delle Marche patrimonio dell’Unesco e ce lo meritiamo!!! Con tutto il rispetto alla pletora di bandiere che solitamente incontriamo sui giornali quotidiani, settimanali e mensili.

04/08/2005





        
  



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