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Sant’Emidio… tra tradizione e leggenda

Ascoli Piceno | Visita al Duomo con piantina di basilico, pollo ‘ncip ‘nciap e la statua del Santo trasportata per le vie della città su un carro trainato dai buoi: queste le tappe obbligate per la giornata più “ascolana” di tutte.

di Stefania Mistichelli

Cinque agosto, giornata di Sant’Emidio, giorno di festa per Ascoli e soprattutto per gli ascolani, molti dei quali addirittura interrompono le ferie “marittime” e tornano in città, per rispettare la tradizione e percorrere tutte le tappe, religiose e civili, che il buon ascolano conosce per onorare il Santo, protettore della Città.

Mattina: d’obbligo la visita in Cattedrale, scendendo nella cripta, dedicata al Santo: mentre dentro si susseguono le cerimonie religiose, in piazza Arringo il profumo di basilico impregna l’aria. Infatti, ai lati del portone principale, viene venduta questa piantina aromatica che per il resto dell’anno confondiamo tra gli altri “odori” (timo, prezzemolo, rosmarino…) e che nella giornata di Sant’Emidio assume un ruolo del tutto particolare. Racconta infatti la leggenda che quando dopo il Mille le spoglie del Santo furono spostate dalle grotte di Campo Parignano alla Cattedrale, fu ritrovata una piantina di basilico che era miracolosamente nata e cresciuta nonostante il buio fitto del luogo, per custodire, secondo la credenza, le spoglie del Patrono.

Intanto per le vie cittadine risuonano le musiche delle bande, e si vedono i bambini passeggiare con i palloncini nuovi di zecca appena acquistati in piazza Arringo.

Quindi in ogni famiglia ascolana che si rispetti non deve mancare il pranzo di Sant’Emidio; nonostante la tradizione culinaria si sia un po’ persa e ormai molti cedano al richiamo del timballo e dell’oliva fritta, il menù tipico (almeno quello che nella mia famiglia tramandiamo) sarebbe costituito da tagliatelle con il sugo e le rigaglie di pollo, pollo “’ncip ‘nciap” e fagiolini dall’occhio (per intenderci quelli lunghi lunghi che si cuociono con il pomodoro). Il dolce è a piacere, io propendo per la zuppa inglese, e conclusiva anguria gelata atta a bloccare irrimediabilmente la digestione.

Questo il pranzo. Ovviamente la prima parte del pomeriggio è dedicata a tentare di smaltire buona parte di quello che si è ingerito, poi alle 18 Messa Solenne per i cittadini più praticanti seguita dalla tradizionale processione, che partendo dal Duomo porta per le vie della città le reliquie del Santo custodite nel braccio d’argento e la Statua, collocata sul carro trasportato da due buoi. Sfilano prima alcuni figuranti del Sestiere vincitore dell’edizione precedente della Quintana e le Confraternite religiose della città, quindi le autorità religiose a ridosso del Patrono, un po’ indietro le autorità del mondo della politica e, quindi, il popolo, numeroso, forse un po’ distratto ma presente, ad accompagnare il Patrono in questa passeggiata che lo riconduce, poco dopo, di ritorno nella Cripta a lui dedicata.

Poi la festa continua dopo cena, quest’anno con il concerto della Banda Musicale della Città di Chieti, mentre per il centro storico la Compagnia del Saltarello Ascolano fa ascoltare le sue Serenate. Quindi, immancabile, l’estrazione della tombola di Sant’Emidio seguita dagli “spari”, cioè dai fuochi d’artificio che si possono ammirare sul lato sud della città, uno spettacolo pirotecnico che ogni anno merita davvero di essere visto, amato da bambini e da adulti.

La giornata dedicata al Santo Patrono è finita, appuntamento per tutti gli ascolani alla Quintana, con la sfilata dei suoi figuranti e l’attesissima Giostra, in cui i Sestieri si sfideranno attraverso le gesta dei suoi Cavalieri.

05/08/2005





        
  



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