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Intervista a Franco, 'martire' di Via Mare!

San Benedetto del Tronto | Inizia l'inchiesta tra gli operatori del turismo sambenedettese sulla crisi del turismo.

di Francesca Bruni

'Essere o non essere, questo è il problema' , diceva Amleto . Questo sembra essere anche il dubbio di San Benedetto: essere o non essere una vera città turistica?

Sì perché dopo gli ultimi sviluppi ce lo siamo chiesto un po' tutti.

Nonostante l'assessore Gabrielli sprizzi ottimismo da tutti i pori , ercando di fare buon viso a cattivo gioco , la cose non quadrano, e non c'è bisogno della signora Fletcher per trovare il colpevole. Come nei migliori gialli è bene raccogliere tutti gli indizi e le prove. Cominciamo da un caso particolare. Sono andata ad indagare da qualcuno che tasta giornalmente il polso alla crisi del turismo. Si tratta di Franco , il proprietario dell'alimentari di Via Mare , che un'ordinanza del comune ha costretto a chiudere alla 21 , anziché alle 1,30 come prevedeva la sua deroga estiva.

Scambiando proprio quattro chiacchiere con Franco , ho commentato con lui l'ordinanza.

- Come posso commentare? - dice il proprietario - farmi chiudere vuol dire danneggiare me, ma anche il turismo . Sono costretto a chiudere alle 21, questo vuol dire mettere in difficoltà chi  non riesce a fare la spesa entro quell 'ora , quindi i turisti che si trattengono fuori casa fino a tardi , o anche i cittadini stessi che ora devono per forza di cose recarsi verso i grandi centri commerciali.

- L'ordinanza  parla di ordine pubblico , e di due controlli effettuati al suo esercizio.

- No , in realtà ho ricevuto un solo controllo , quello dei Carabinieri. Mi hanno controllato le licenze , si sono accertati che tutto fosse in regola, mi hanno chiesto di non stappare le bottiglie di birra ai ragazzi , e di non vendere alcool ai minorenni ;entrambe sono cose che non ho mai fatto.

- Si dice anche che la gente qui si sia lamentata per il gran numero di bottiglie di birra vuote lasciate sul marciapiede fino alla mattina dopo.

- Prima della chiusura io e i miei colleghi siamo sempre passati a raccogliere le bottiglie, che sì , erano numerose , ma mai sono state lasciate in mezzo al marciapiede o in una maniera tale da danneggiare i passanti. E poi ho chiamato più volte la Picena Ambiente per farle portare via i vuoti che non entravano nel bidone apposito ,ma non è passato mai nessuno.

Inoltre- osserva Franco - io sono un commerciante e faccio il mio lavoro , che è quello di vendere,  non di controllare quello che succedere nel parcheggio dietro al mio negozio. Il sindaco- aggiunge- avrebbe dovuto controllare più spesso tramite la Polizia Municipale  e gli  altri servizi dell'ordine. Non era certo compito mio controllare i ragazzi fuori.

Ultimamente Franco era diventato un vero e proprio punto di ritrovo per i giovani.

Per tutti i giovani , visto che nel negozio la birra costa solo 0.90 centesimi contro i quattro euro e più della birra in bottiglia venduta nei locali, a cui quindi faceva (involontariamente) concorrenza.

- A me non interessa fare concorrenza ai locali , io sono un alimentari e basta- sottolinea Franco- io sono sempre stato aperto anche d'inverno quando qui si incassano pochi euro al giorno. Ora facendomi chiudere mi tolgono la possibilità di recuperare.

- In più - commenta l'esercente- quando ho ricevuto l'ordinanza sono andato personalmente a parlare con i Carabinieri , che mi hanno detto di aver fatto rapporto solo sul parcheggio dietro il mio esercizio , non sul mio negozio. Nemmeno loro si sono spiegati il perché il sindaco abbia fatto riferimento solo al mio esercizio.

Pare , insomma , che ci sia sotto proprio lo zampino degli altri locali, ai quali, con i suoi prezzi, Franco abbia fatto concorrenza. Tra questi anche i  locali notturni ,a cui  lui non aveva la minima intenzione di farla, continuando semplicemente a fare il suo lavoro.

Al negozio si sentono anche i commenti dei colleghi di Franco , tra cui la signora Lina, che sottolinea come chiudere un locale con tali motivazioni non sia certo il modo più opportuno di fare turismo , visto che così si toglie proprio un servizio ai turisti stessi.

- L'hanno fatto chiudere perché danneggiava gli chalet, che offrono una serie di servizi fin troppi ampia, togliendo così modo ai ristoratori e ai gestori delle discoteche di svolgere il proprio lavoro. Insomma dal semplice indizio della una chiusura di un locale siamo giunti ai problemi che ha la giunta con la gestione turistica.

- Non si tratta della semplice ordinanza contro un locale - dice ancora Lina - ma proprio di un atto incostituzionale contro un normale lavoratore che svolge il proprio lavoro. Se il sindaco sosteneva che ci fossero problemi con l'ordine pubblico , avrebbe dovuto pensarci prima invece di far chiudere l'attività.

L'ordinanza avrà valore attivo fino al 30 di settembre , quando ormai per Franco la stagione sarà finita, e con questa l'occasione di tirare su i magri incassi di un negozio in una località che dovrebbe vivere soprattutto d'estate.

Arrivederci alla prossima puntata.la ricerca degli indizi continua.

06/08/2004





        
  



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