Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Robecchi: "Pazienza, classico della letteratura del '900" e Fandango ripubblica le "Storie brevi"

San Benedetto del Tronto | Il giornalista, ospite degli "Incontri con l'autore" con Giovanni Ferrara, curatore dell'iniziativa della casa editrice, ha ripercorso gli snodi della produzione dell'artista: "Interesse verso Paz mai spento: ha reso universale l'utopia del '77"

di Cristina Grossi

(da sinistra) Robecchi, Ferrara, Sorge e Minuto

È stata un'occasione, quella della presentazione a San Benedetto della pubblicazione delle Storie brevi intrapresa dalla Fandango Libri, per ripercorrere le fasi della quasi decennale produzione artistica di Andrea Pazienza che Alessandro Robecchi non esita a iscrivere a pieno titolo tra i classici del '900. Agli interventi del giornalista, si sono affiancati gli approfondimenti di Giovanni Ferrara, curatore di editoria per fumetti. Presenti anche l'assessore alla Cultura Margherita Sorge e Mimmo Minuto. "Un lavoro di ricerca e spesso di scoperta tra vecchi numeri di Linus, Alter Alter, Zut. - spiega Ferrara - Le storie venute a nuova luce, in cui sfumano vena comica, tenerezza ma anche cattiveria, sono state rese organiche e fruibili".

Il piano di ripubblicazione dell'intera opera, avviato già da tempo dalla casa editrice romana e mirato far conoscere Pazienza a un pubblico nuovo, è il segno del mai sopito interesse per l'artista che va al di là del rimpianto per la sua precoce scomparsa cantato con disincanto da I Gang ("Da quando non ci sei, Bologna non c'è più") ed è testimoniato, solo per citare le iniziative degli ultimi anni, dalla pellicola di Renzo De Maria, dalla trasposizione teatrale di Pompeo, dalla ripubblicazione in 4 volumi, voluta dal Gruppo Espresso, delle tavole di Zanardi, Tormenta, Pert e Pompeo.

"Disegno da quando avevo 18 mesi, so disegnare qualsiasi cosa in qualsiasi modo" scriveva Pazienza nella breve autobiografia mandata a Paese sera nel 1981. La padronanza che ha dello strumento grafico è totale e se ne coglie la cifra nella traiettoria che, da Pentothal a Pompeo, si compie dal 1977 al 1986.

"La storia di Pentothal, che fa il suo esordio nel 1977, è diventata mitologia perché narra di una giovinezza non standardizzata che intravedeva il sogno di una rivoluzione culturale non così lontano" - spiega Robecchi. Realtà e immaginazione si compenetrano e la componente onirica viene resa attraverso la straordinaria ricchezza grafica che prevale sul testo. "Qui sta la sua attualità: - prosegue il giornalista - ha letto il suo tempo dando a quel sogno di cambiamento un significato universale".

Sono anni segnati da rapidi mutamenti culturali: la generazione del Movimento del '77, impegnata a non cedere alla litania de "il lavoro, il risparmio, il normale sfaldarsi del corpo, lo studio, due+due fa quattro, sveglia alle otto, cene d'affari", cade sotto la violenza dalla repressione poliziesca e dell'eroina, la cui diffusione capillare fu un pilotato strumento politico di annichilimento.

Ne Gli ultimi giorni di Pompeo Pazienza affronta il suo rapporto con la tossicodipendenza: il segno grafico si fa scarno, l'essenzialità del disegno cede spazio alla confessione intimista e la forma diaristica viene resa attraverso l'intenzionale utilizzo di normali fogli di quaderno. "È il simbolo di una sconfitta personale e collettiva, - commenta Robecchi - è la fine dell'utopia che il '77 aveva incarnato". Il linguaggio è crudo ed esplicito, lo stesso di certe inquadrature dell'iperrealista Amore tossico, film a tema di quegli stessi anni. Pazienza aveva lasciato Bologna, dove insegnava alla scuola di fumetto "Zio Feininger", e si era trasferito a Montepulciano; cercava una nuova direzione della quale ha vissuto solo l'inizio ed è inevitabile, alla luce della sua scomparsa, leggere Pompeo come un testamento.

Con la sua morte, affatto annunciata, avvenuta nel 1989, si è interrotta anche un'evoluzione artistica che andava a privilegiare l'elemento discorsivo. La scrittura di Pazienza, sin dall'inizio densa di neologismi, di termini gergali o mutuati dai dialetti abruzzese, marchigiano, emiliano e pugliese, prefigurava un'apertura che forse sarebbe approdata alla narrativa, al cinema o al teatro. Tondelli, Ballestra e Brizzi (quest'ultimo con Bastogne celebra esplicitamente l'atmosfera nichilista e cannibale di Zanardi), sono alcuni degli scrittori che lo hanno amato, hanno colto il suo valore narrativo e hanno reso omaggio al suo stile e alle sue ambientazioni.

08/08/2012





        
  



1+4=

Altri articoli di...

Cultura e Spettacolo

31/10/2022
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
27/10/2022
53 anni di Macerata Jazz (segue)
26/10/2022
Il recupero della memoria collettiva (segue)
26/10/2022
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
22/10/2022
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
20/10/2022
La Nuova Barberia Carloni apre un tris di spettacoli (segue)

San Benedetto

12/10/2022
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
10/06/2020
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
27/01/2020
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
25/01/2020
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
19/01/2020
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
13/01/2020
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
10/01/2020
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
10/01/2020
Premiato il cortometraggio intitolato "Sogni di Rinascita- Sibillini nel cuore" (segue)
ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji