The show must go on!
Porto San Giorgio | Ma io che c'ero, e che ho pagato la bellezza di 50 euro più prevendita, proprio non ci sto!
di Stefania Ceteroni
Avrei potuto approfittare dell'accredito stampa ma non l'ho fatto. Ha pagato la bellezza di cinquanta euro più prevendita - che si sono sommati ai cinquanta più prevendita di altre tre persone che erano con me - perchè a quello spettacolo di Wrestling volevo assistere da spettatrice, e non da giornalista.
Ed avevo anche sborsato per un posto in prima fila, a bordo ring (tanto le distanze di sicurezza sono garantite, ci era stato detto!) per ritrovarmi invece in seconda fila dopo che alla cassa si sono pure sbagliati - poi corretti dietro nostra segnalazione - assegnandoci tre posti da cinquanta euro ed uno da trenta. Ma disguidi di questo genere ci possono pure stare.
Inizia lo spettacolo e vedo attorno a me per lo più bambini accompagnati dai propri genitori (qualcuno aveva con se più di un bambino, magari i figli di vicini o parenti) molti dei quali in prima fila nella parte opposta a quella dove ero io.
Uscita scenografica, con musica, fumo e tutto quello che potrebbe far pensare alle stesse cose che si vedono in tv con il Wrestling americano.
Inizia il primo incontro ma uno dei due lottatori - quello che decide di essere il più antipatico cominciando ad offendere in inglese gli spettatori italiani - deve continuare a stuzzicare verbalmente la platea per ottenere quella carica che solo un pubblico numeroso potrebbe trasmettere. Pubblico che, invece, era ridotto all'osso (sarà stato forse per i prezzi proibitivi?).
Il primo incontro scivola via così. Tra il divertimento dei grandi, che non hanno perso tempo ad avere la prova di quanto lontani si fosse dalle performances atletiche degli americani, e l'imbambolamento dei bambini che avevano gli occhi fissi sui lottatori, qualunque cosa accadesse.
Ed io che, da quella che era diventata la seconda fila, assistevo allo spettacolo da cinquanta euro più prevendita con la visuale coperta da qualche fotografo poco discreto che si è piazzato davanti per tutto il tempo. "Vabbè - mi sono detta - sono una giornalista anche io, voglio essere tollerante". Non la pensava così qualche mio vicino di posto che ha iniziato a sbottare. Ma era solo l'inizio.
Secondo incontro e poi il terzo per arrivare poi ad un fuori programma: una pausa non prevista al termine della quale ci viene comunicato che lo spettacolo sarebbe stato riproposto il tre di settembre perchè a causa di un problema tecnico al ring non si poteva proseguire.
"Vabbè - mi sono detta - vorrà dire che torneremo il tre settembre". Malgrado la scocciatura di un ring dimostratosi del tutto inadeguato alla fine l'amarezza era contenuta.
Ma anche qui era solo l'inizio.
Dal microfono ci viene detto che avrebbero continuato a lottare i lottatori americani che però non sarebbero saliti sul ring bensì tra la gente. "Ma stiamo scherzando?" mi sono detta... Lascio il mio posto da cinquanta euro più prevendita e mi allontano verso le gradinate. E già iniziavo ad innervosirmi. Ma non avevo ancora visto niente!
Arrivano le uniche due lottatrici donne che iniziano a darsele di santa ragione (ora non c'era più l'alibi del ring imbottito e tutto il resto) e che sono finite più volte sulle ringhiere che avrebbero dovuto proteggere il pubblico. Pubblico che restava fermo al proprio posto malgrado quelle due si prendessero per i capelli a venti centimetri dalle sedie! Ebbene, la faccio corta, si sono date sedie in testa, sono finite sulle ringhiere spezzandone alcune con la schiena e lascio immaginare il resto - finto o vero che sia - tanto che mentre la vincitrice si trascinava via con le braccia al cielo, l'altra restava a terra per una decina di minuti, sotto gli occhi del pubblico - e sottolineo che erano per lo più bambini - fino a che non sono intervenuti i sanitari con una barella. Barella poi rifiutata dalla donna che ha preferito farsi accompagnare a spalla da due energumeni buttafuori.
A proposito, i buttafuori, o security che dir si voglia, fino a che hanno dovuto fare da ala tra il pubblico e le due lottatrici donne hanno avuto vita facile... Un po' meno quando sono saliti sul ring due tipi di oltre cento chili, americani purosangue e con un fisico statuario, uno dei quali rispondeva al nome di tal Joe Legend.
Qui è iniziata l'apoteosi con lotta ovunque, fino alle decime file, negli angoli del parterre, ovunque meno che sul ring se non per qualche minuto. Ed io che non ci vedevo più dalla rabbia per quanto stava accadendo sotto ai miei occhi, osservavo da lontano il pubblico che si spostava, come uno sciame, al seguito dei due o che si spostava per schivare le sediate e tutto il resto.
Quando poi ho visto un bimbetto di pochi anni uscire in lacrime, inconsolabile, trascinando la mamma per mano, mi sono davvero decisa a non ignorare quanto stava accadendo.
Se si voleva dimostrare che il Wrestling è spettacolo, si è fatto tutto l'opposto. Se anche si voleva far esibire gli stranieri - capisco che dovevano comunque essere pagati e che il tre settembre non sarebbero tornati - lo si poteva fare magari sgombrando il parterre dalle sedie e mettendo tutti a debita distanza sulle gradinate... Troppo difficile da concepire? E se qualcuno si fosse fatto male?
E i bambini? Che idea si sono fatti i bambini vedendo a due centimetri da loro colpi di sediate sulla schiena e tutto il resto? Bhè, è stato davvero uno spettacolo indimenticabile... Credo anche per gli organizzatori che oltre a rimetterci l'osso del collo, credo dovranno anche rimborsare i danni prodotti dai loro "protagonisti americani" oltre che spiegare a tutti quelli che hanno pagato il biglietto le modalità di rimborso. Ammesso che ce ne siano.
Io che ho sborsato le mie cinquanta euro più prevendita oggi ho evitato di telefonare per far sbollire la rabbia e discutere con calma.
E sempre io, che da cronista proprio non ce l'ho fatta a dare conto di quanto accaduto, invito chiunque abbia un qualsivoglia pensiero su questo argomento a farmi conoscere la sua opinione... Magari la sbagliata sono io. Basta mandare una mail alla redazione per aprire un dibattito che forse potrà aiutarmi a capire come si fa a portare un bambino a vedere una cosa del genere e dormire sonni tranquilli senza un minimo rimorso di coscienza e, soprattutto, senza aver gridato "vergogna" a chi permette che lo spettacolo vada avanti sempre e comunque, anche se c'è di mezzo la sicurezza di un qualsiasi spettatore pagante, tanto più minore!
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09/08/2005
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