La prima considerazione è che il disagio è ormai  palpabile in tutti i compagni di base, iscritti e militanti.E quando le divisioni arrivano in basso, alto è invece il livello di allerta.
Spero che i dirigenti lo sappiano.

La scelta fra chi, nei DS, dovrà essere designato per rappresentarli nelle istituzioni,(sindaco,camera,senato) non potrà nè dovrà essere limitata ai nomi che in modo inopportuno abbiamo consegnato all'opinione pubblica.

Ci sono altri compagni con altrettanta visibilità competenza ed esperienza che hanno tutte le carte in regola per proporsi.
Anzi, una scelta diversa potrebbe costituire un elemento di discontinuità e di novità sicuramente ben accetto dalla base e dalla così detta società civile.
In questo modo i problemi  potrebbero essere affrontati  in un'ottica più serena e la ricerca di intenti comuni e condivisi dalla maggior parte non sarebbe più una chimera.

Non va dimenticato quanto è emerso dall'incontro di Fiastra  dove gli  amministratori si sono confrontati con alcuni dirigenti nazionali dei DS  né va minimizzato il recente documento della stessa  direzione  col quale si richiamava ad una maggiore attenzione alle spese negli enti locali. Una  nuova questione  morale, un po' anacronistica ma sempre pertinente.
No alla politica delle poltrone, si alla politica per la gente. Si ad una politica  rivolta agli interessi dei DS e non ai propri,se pur legittimi:questo il succo dell'intervento di Piero Fassino.

Giusto dare ascolto ai movimenti, alle associazioni, ai singoli cittadini. Dobbiamo renderli compartecipi delle nostre scelte. Rilancio anche  la campagna di ascolto delle sezioni come momento di incontro con i quartieri della città.

 

Per quanto riguarda le primarie, esse sono un grande strumento democratico per cui non si può non essere favorevoli. Il ricorso ad esse non può essere però, superficiale  ma meditato, anche perché costano.( L'Unione spenderà tre milioni di euro per le primarie nazionali), ed inoltre devono essere supportate da regole ben precise e regolamentate seriamente.

Non nascono per risolvere i problemi all'interno di un partito ma per esprimere un candidato all'interno di una coalizione.
Sarebbe un uso distorto pensare di utilizzarle  al posto  dell'assemblea degli iscritti del partito, anche se potrebbero far comodo.

E' invece dentro l'Unione che dobbiamo lavorare discutendo nello stesso tempo delle candidature per il sindaco e per le politiche a partire dalle proposte e dai programmi prima che dai nomi.

 

*membro Unione Comunale DS di San Benedetto del Tronto