Fumata nera al ministero dello sviluppo economico per la Manuli
Ascoli Piceno | Aggiornamento della riunione al 21/09. Forte e netta la posizione delle OO.SS. dei lavoratori per la permanenza produttiva dello stabilimento Manuli.

Riceviamo dalla SEGRETERIA PROVINCIALE UGL CHIMICI:
A Roma sul Tavolo del Ministero per lo sviluppo economico e delle attività produttive, non soltanto abbiamo chiesto il ritiro della procedura di mobilità ma abbiamo ribadito chiaro e tondo che lo stabilimento MANULI di Ascoli Piceno rimanga attivo e produttivo con i suoi 376 lavoratori. Un no secco, quindi, ad un intervento di CIGS a zero ore a stabilimento chiuso; non vogliamo rivivere il film della AHLMSTROM.
Ieri, a Roma, abbiamo incontrato finalmente l'Amministratore delegato della MANULI DOTT. MARCHISIO. Gli abbiamo detto che la crisi in atto non è irreversibile, e il mercato di riferimento MANULI, anche se sotto tono, rimane e la domanda Europea ed Americana potrebbe riprendere sin dal 2010. La MANULI azienda Multinazionale si, ma Italiana, non può prendere come alibi la crisi per delocalizzare la sua produzione in Cina e lasciare 376 lavoratori disoccupati in Ascoli Piceno.
Giustamente è stato fatto notare al DOTT. MARCHISIO dal rappresentante del Ministero presente al Tavolo che se le aziende Italiane rispondessero alla crisi congiunturale in atto come la MANULI avremmo in Italia la desertificazione industriale.
Battaglia dura, difficilissima quindi, ma non persa.
In questo delicato momento in cui cresce la mobilitazione dei lavoratori a difesa dell'occupazione, la UGL torna a spronare le Istituzioni a porre sul Tavolo del Ministero dello sviluppo economico la vertenza "Piceno" con grande determinazione.
La UGL è convinta che la battaglia "simbolo" MANULI debba rappresentare la chiave di svolta per il rilancio dell'intera economia territoriale.
La presenza del Ministro SCAJOLA in Ascoli Piceno e la disponibilità dei Sindaci e del Presidente della Provincia a rimettere il proprio mandato nelle mani del Presidente della Repubblica sono due passaggi necessari per significare la drammaticità del tessuto economico territoriale e porre le basi di una reale inversione di tendenza.
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11/09/2009
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Betto Liberati