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Riflessioni sull’inizio della scuola

San Benedetto del Tronto | ... ma non sono compiti per casa

di Lorenzo Picardi

Nonostante le polemiche che continuano a tormentarla, la scuola sta aprendo i battenti anche quest’anno. Gli studenti che devono ancora intraprendere il nuovo percorso scolastico spesso canzonano chi invece si è già ritrovato dietro i banchi, forse troppo presto per ricordarsi di mettere nello zaino, al posto di asciugamano e crema solare, i libri che gli faranno compagnia fino alla prossima estate.Chissà poi perché si attende con ansia il primo giorno di scuola, invece del secondo o del terzo, sicuramente più impegnativi.

Il “day one” di traumatico ha solo il risveglio, troppo anticipato rispetto ai giorni precedenti: infatti si ritrovano amici che si erano smaterializzati da 3 mesi, e così la curiosità di conoscere eventuali cambiamenti, da professori a compagni, conquista gran parte degli studenti. Chi è alla prima esperienza in una nuova scuola rimane spesso affascinato da quell’ambiente pieno di ragazzi più grandi. I “veterani”, invece, guardano le “matricole” stupiti dalla differenza di età, visibile più che dalla statura dai tratti somatici ancora piuttosto puerili; viene da ridere a pensare che anche loro, pochi anni prima, certamente erano visti allo stesso modo dagli alunni più grandi.

Si ha la consapevolezza che, appena tornati, quasi nessun professore avrà il coraggio di tenere una spiegazione, rischiando di creare una sommossa popolare; piuttosto si parlerà dell’estate appena conclusa e del programma da svolgere nel corso dell’anno. Ciononostante, tanto il “coprifuoco” quanto la sveglia saranno meno “permissivi”, i docenti non esiteranno molto prima di dare il via al proprio programma e la noia, la stessa che porta alcuni ragazzi a stufarsi delle vuote giornate estive, tornerà a regnare sovrana.

La novità diventerà routine, visto che non si può vivere solo di inizi, di quell’entusiasmo che caratterizza la partenza di una nuova esperienza. Non tarderanno i controlli dei maledetti compiti delle vacanze (uno dei più grandi ossimori della storia), che metteranno in apprensione i meno diligenti della classe, pronti a un tour de force da amanuensi medievali. Immediatamente i buoni propositi di studio saranno ridimensionati.

Molti dei ragazzi che leggono questo articolo sperano di leggere ben presto quello sulla fine della scuola. Chi scrive vorrebbe accontentarli: in fondo, il bello del primo giorno è che ne manca uno in meno alla fine.

La scuola rimane comunque una delle esperienze più intense che un giovane vive, sia in negativo che in positivo. Speriamo di riuscire a viverla con maggior serenità, ricordandoci di volgere lo studio ad una conoscenza che va ben oltre quell’insieme di numeri scritti su un registro.

13/09/2010





        
  



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