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Rilanciate le proposte delle Regioni sulla riforma dell’Enit e sulla promozione turistica

| ANCONA - Dopo il vertice di ieri tra Governo e Regioni, gli assessori di Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Marche hanno rilanciato le proposte delle Regioni.

“Finalmente il Governo si è accorto che esiste una crisi del turismo. Finora non ha realizzato la riforma dell’Enit, ma ne ha dimezzato il bilancio, non è stata effettuata una riforma fiscale, sono triplicati i canoni demaniali, senza l’attuazione di una politica di sviluppo. Vogliamo quindi verificare se questo è l’ennesimo annuncio o se si passerà ai fatti”.
Lo affermano gli assessori regionali al Turismo dell’Emilia-Romagna (Guido Pasi), della Toscana (Susanna Cenni), della Campania (Teresa Armato) e delle Marche (Lidio Rocchi), dopo l’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra le Regioni italiane e il presidente Berlusconi (accompagnato da gran parte del Governo) sul tema del turismo, nel corso del quale è stata svolta una analisi realistica della situazione del settore, in declino rispetto ai maggiori competitors ed è stato annunciato l’istituzione di un tavolo Governo-Regioni.
I quattro assessori rilanciano oggi i contenuti della proposta, avanzata, da molto tempo, dalle Regioni per la riforma dell’Enit: al turismo italiano servono una nuova organizzazione, basata su di una Agenzia di promozione della marca Italia, articolata dalle Regioni, e un bilancio nazionale che preveda anche trasferimenti alle Regioni e ai sistemi locali tali da consentire, a tutto il sistema italiano turistico, di tornare a competere.
Gli assessori chiedono anche “che siano ripristinate, almeno, le risorse assicurate negli anni precedenti, prima delle ultime decurtazioni che hanno portato le attuali assegnazioni annuali all’Enit a 25 milioni di euro. Parallelamente, per dare ulteriore possibilità di implementazione all’attività della nuova Agenzia, va garantito alle Regioni, nella logica di un corretto federalismo, un finanziamento annuale di almeno 150/180 milioni di Euro”.
“Questa – sostengono gli assessori - è sempre stata la nostra idea; se otterremo che il Governo cambi rotta e ci segua su questa strada, non potremo che esserne soddisfatti”.
Gli assessori hanno, poi, ripercorso le tappe della vicenda.
“Sono anni, che, inascoltati, ponevamo la questione della riforma dell’Enit e del rilancio del turismo, già alla conferenza di Lamezia Terme. In realtà il Governo Berlusconi aveva già fatto una sua miniriforma dell’Enit, nominando nel 2001 un nuovo Consiglio di amministrazione - con le Regioni messe in un angolo, tanto che hanno rifiutato di farne parte - lottizzandolo tra i partiti di maggioranza e senza alcun criterio di “competenza. A questa è seguita la nomina di Stefani a sottosegretario, ingloriosamente dimessosi dopo aver insultato i turisti tedeschi. Successivamente il Governo si è caratterizzato per la mancanza di una politica turistica e per il taglio dei fondi destinati al settore”.
A finanziamento della legge 135/2001, l’unica in vigore sul turismo, la Finanziaria 2004 ha previsto, infatti, soltanto 56 milioni di euro per tutta l’Italia. La cifra è andata decrescendo dai 135 milioni  del 2001 (ultima finanziaria ante-Berlusconi-Marzano) ai 45 del 2002, ai 75 (decurtati poi del 20% da Tremonti) del 2003.
“Scandalosa” appare, poi, agli assessori la previsione di spesa di 2,5 milioni di euro nel previsionale per tutto il comparto turistico nel 2005; come pure la riduzione a 40 milioni di euro della somma stanziata a favore delle Regioni Obiettivo 1 per la programmazione negoziata per Patti territoriali, Contratti d’area e Contratti di programma. “Inoltre – secondo gli assessori - desta grande allarme l’aumento indiscriminato del 300% dei canoni di concessione demaniale a uso turistico ricreativo”.
Su questa base, dopo l’incontro del 3 marzo scorso con Marzano, le Regioni avevano indirizzato al ministro, nel mese di aprile, una proposta di riforma, che prevede, tra l’altro, una forte presenza delle Regioni nell’organo di amministrazione, alla quale ancora non è giunta risposta, benché questa fosse unanimemente condivisa da tutti i presidenti di Regione e avesse ricevuto l’approvazione delle tre maggiori associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Confindustria).
Invece di rispondere alla proposta delle Regioni, Marzano aveva fatto circolare una bozza ufficiosa che prevedeva un ruolo minoritario delle Regioni e una presenza indiretta dei privati, subito attaccata per questo da Plinio (vice presidente Liguria) e da Jannotti Pecci (Confindustria).
“A seguito di una sequenza tanto disastrosa, ha dunque ragione il presidente Ghigo – concludono gli assessori – ad affermare che forse si è imboccata la strada giusta. Naturalmente se (dopo la conferenza del turismo italiano di Genova, prevista per il 20 – 21 settembre, quanto il tavolo tornerà a riunirsi presso la presidenza del Consiglio che lo ha avvocato a sé) dai buoni propositi passeremo ai fatti, allora si potrà dire di essere veramente sulla buona strada”.

17/09/2004





        
  



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