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Assaltano un forno del pane per poche centinaia di euro

Grottammare | Al "Gran Forno" di Grottammare. La dinamica, in pieno giorno, a volto scoperto e in pieno centro fa pensare al bisogno disperato di contanti, tipico degli ambienti legati alla tossicodipendenza.

di Carmine Rozzi

Rapina al Gran Forno. La signora Balloni con, sullo sfondo, la cassa derubata.


Erano circa le quindici di lunedì 18 settembre e la signora Rosella Balloni, dopo aver chiuso la porta del suo negozio il "Gran Forno", situato in Via Dei Piceni nr. 11 a Grottammare, si apprestava a fare le
ultime pulizie nel retrobottega. Di colpo un rumore forte e violento, di qualcosa che veniva sbattuto con violenza. L'esercente, credendo ad un incidente di qualche sorta, si precipitava nell'area vendite e si trovava nel bel mezzo di una rapina perpetrata ai danni del suo stesso negozio.

A viso scoperto, l'aspetto straniero, sulla trentina, due uomini stavano cercando di arraffare i pochi contanti contenuti nella cassa. Con ogni probabilità il fragore udito dalla proprietaria era dovuto al fatto che uno dei due soggetti, per aprire la porta, ha sferrato un calcio ben assestato allo stipite della porta all'altezza della serratura: prova ne sarebbe il pezzo di legno mancante in quella zona che si trovava sul pavimento. Mentre uno rimaneva vicino alla porta a fare da palo l'altro dietro al bancone cercava di impossessarsi di quanto più denaro possibile.

Alla vista della donna i due, che forse credevano di trovare il locale vuoto, si davano ad una fuga precipitosa. La signora Balloni, per nulla intimorita del fatto, si frapponeva tra i due ladri mentre iniziava a gridare a squarciagola per cercare di richiamare l'attenzione del vicinato. Uno dei due malviventi la colpiva al volto con un oggetto contundente procurandogli diverse escoriazioni. I due soggetti, non appena guadagnata l'uscita, se la davano gambe all'aria per gli stretti vicoli del centro cittadino.

Sul posto accorrevamo immediatamente due volanti dei Carabinieri che raccoglievano la testimonianza calma e precisa della signora e una volta finita la deposizione lasciavano il posto alla
scientifica che dovrà appurare se si possono riscontrare impronte digitali sulla cassa del negozio. Il tutto è al vaglio delle autorità anche se la dinamica (in pieno giorno, in pieno centro e a volto scoperto) potrebbe far pensare al gesto disperato di chi ha assolutamente bisogno di contante, fossero anche per sole 250 euro circa, tanto è stato l'ammontare del bottino. Non si esclude pertanto che ad essere indagati per primo siano gli ambienti legati alla tossicodipendenza.

18/09/2006





        
  



3+2=
Rapina al Gran Forno, alcuni momenti
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