"Concordo con la posizione dei vescovi italiani che hanno criticato il clima di continua campagna elettorale in cui viene tenuto il nostro paese. Una condizione caratterizzata da risse politiche incomprensibili alla pubblica opinione e che impedisce di affrontare e risolvere i reali problemi delle persone e delle comunità. Questa atmosfera la si vorrebbe creare anche nelle Marche ma il governo regionale non si presta ad essere coinvolto in polemiche strumentali e di basso profilo.

Al rinnovo del Consiglio regionale mancano quasi due anni, un tempo troppo prezioso per sciuparlo in continui conflitti, che va invece utilizzato per sostenere il sistema socioeconomico delle Marche. Progetti slegati dalla realtà e di corto respiro non servono alla nostra comunità così come non sono utili le fughe in avanti in un generico futurismo privo di indicazioni concrete. Dobbiamo difendere il modello marchigiano sostenendo il sistema di protezione sociale (welfare) e aiutando le imprese ad essere competitive sui mercati. In questa prospettiva il passaggio della legge finanziaria è essenziale.

Al governo nazionale abbiamo chiesto in primo luogo le risorse per alimentare la ricostruzione del post terremoto del '97. Lo abbiamo fatto coinvolgendo i parlamentari per tempo, in modo che non si ripeta lo scenario del 2002 con un bilancio privo di stanziamenti a favore delle regioni Marche e Umbria. Gli investimenti di questi anni hanno contribuito in maniera significativa a sostenere il reddito delle  imprese e i livelli occupazionali in una fase di stagnazione economica. La ricostruzione rilancia anche lo sviluppo delle zone montane. E' inoltre fondamentale che i trasferimenti alle Regioni e agli Enti locali non siano decurtati, altrimenti ci ritroveremmo nella scelta o di abbassare il livello dei servizi sociali o di scaricare i costi sulle famiglie. Il sistema sanitario regionale non viene né smantellato né privatizzato: rimane pubblico, universale, equo e solidale, come ci chiede la gran parte dei cittadini marchigiani. La riforma che abbiamo approvato recentemente in Consiglio lo riqualifica e lo rende più sostenibile, finanziariamente, nel tempo. Il ricorso al condono edilizio che il governo nzionale propone di inserire nella legge finanziaria è inaccettabile perché diseducativo, illegale e fattore di ulteriore massacro del territorio.

Il governo Berlusconi ha abbandonato la politica contro l'elusione e l'evasione fiscale, una scelta coraggiosa che, se perseguita concretamente, consentirebbe di "pagare meno imposte e pagare tutti". Anche l'intervento sulle pensioni nasce da una visione errata del problema, al di fuori della necessaria concertazione sindacale e come esigenza di fare cassa di fronte ad un bilancio sempre più in difficoltà. Il rilancio della crescita e dello sviluppo sono gli obiettivi da perseguire. Occorre però un clima politico diverso in cui cittadini e istituzioni cooperino a un disegno condiviso di società più coesa e solidale."