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Occhi aperti / occhi chiusi. Note su cinema e dintorni

| Il film da vedere nel week end e...quello da evitare.

di Dante Albanesi

OCCHI APERTI  "Cagliostro, o l'arte del fallimento"

Se il grande cinema è quello che fa star male, Daniele Ciprì e Franco Maresco sono tra i pochissimi veri autori che l'Italia può vantare. Il loro ultimo film, "Il ritorno di Cagliostro", è una festa dell'orrido, dell'indecente, di tutto ciò che il cinema preferisce relegare fuori campo.

Si narra la storia dei fratelli siciliani Carmelo e Salvatore La Marca, che per coprire i debiti della loro Trinacria Film decidono (dietro i "consigli" di un torvo cardinale) di produrre una sfarzosissima biografia del celebre alchimista palermitano Cagliostro, che sarà impersonato dalla star hollywoodiana Errol Douglas. Ma ben presto il divo si rivela alcolizzato, e l'intero set si trasformerà in un incubo…

"Il ritorno di Cagliostro" è un omaggio al cinema e agli uomini rovinati dal cinema. Un saggio sulla creazione artistica come compito impossibile e come risultato inutile. Cagliostro/Douglas è interpretato dal grande Robert Englund, universalmente noto come il Freddie Krueger di "Nightmare". Tutti gli altri provengono dall'indecorosa fauna che da anni abita i cortometraggi di "Cinico Tv", su Raitre. Ed esilarante è il connubio tra l'inglese suadente e musicale di Englund e il siciliano ruminato da questi loschi ceffi in parrucca settecentesca.

Ciprì e Maresco sono gli ultimi non riconciliati. Sospesi tra sperimentazione e provocazione. Riconoscibili alla prima inquadratura. Lontani da Cinecittà, dai luoghi del potere, dai salotti di Costanzo e Vespa. Eroici marginali che non si rassegnano ad un cinema italiano ("La finestra di fronte", "Ricordati di me") fatto di telenovele travestite da film.

OCCHI CHIUSI "Imagining Argentina"

Ogni volta che il cinema USA varca i confini patri, irrompe nella terra del ridicolo. È il caso dell'ultimo obbrobrio di Christopher Hampton, "Imagining Argentina", che sfrutta una ferita ancora sanguinante come i desaparecidos per innestarvi un osceno raccontino parapsicologico.

Buenos Aires, anni '70. Dopo la misteriosa sparizione della moglie, Carlos Rueda (Antonio Banderas) scopre dei poteri soprannaturali che gli permettono, con la sola imposizione delle mani, di conoscere la sorte delle persone scomparse. In breve la sua casa si affolla di disperati alla ricerca dei propri cari.

Seguono ripetute visioni spiritiche, scene di tortura illustrate con compiaciuta perizia, inutili digressioni sui crimini dell'umanità, da Auschwitz in poi. Un po' di colore locale (chitarrine languide e fenicotteri della Pampa) e una sequenza da antologia in cui Banderas parla agli uccelli, tra San Francesco e l'ultimo spot di Del Piero. Come offendere in un colpo solo Storia e Cinema senza favoritismi. 

20/09/2003





        
  



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