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9° Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili

| NERETO - Va in scena “Schifo” del Laboratorio Re Nudo.

Conclusasi domenica 14, con l'Elektra della compagnia Grammelot, la nona edizione dell'Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili, non si ferma l'attività del Laboratorio Teatrale Re Nudo. Proseguono infatti le repliche del monologo "Schifo", liberamente tratto dal testo teatrale "Dreck" dello scrittore austriaco Robert Schneider, e interpretato da Piergiorgio Ciní e Giuliano Napoli.

Il prossimo appuntamento sarà infatti venerdì 17 ottobre a Nereto, nello spazio teatrale San Savino, in occasione della prima edizione del festival "Rievocazioni – Nereto e il teatro". L'allestimento è in collaborazione con il Teatro Accademia '96 di Bologna. Regia di Gianfranco Rimondi, musiche di Salvo Nicotra.

Oltre alla partecipazione ai Teatri Invisibili e la replica all'auditorium della biblioteca comunale  di San Benedetto del Tronto, in questi ultimi due anni "Schifo" è stato messo in scena in vari teatri d'Italia: a Padova, per la 6° edizione di "Teatroforum"; a Bologna presso il Teatro dei Dispersi; a Caserta per il Festival di Teatro "Eremo"; a Torino per "Tangram Teatro".

"Schifo" è un testo che si schiera apertamente contro la discriminazione razzista, narrando la storia dolente, sarcastica e atroce di Sad, un giovane disertore iracheno. Fuggito da Bassora, Sad cerca di nascondersi in una città tedesca, vendendo rose per sopravvivere: in sostanza un destino che incontriamo tutti i giorni in moltissime città europee. Schneider coglie con maestria l'ambivalenza di questa realtà, criticando ferocemente la nostra società che emargina gli extracomunitari e, nel contempo, si serve di loro: da un lato li rifiuta e dall'altro li sfrutta, considerandoli spesso sporchi, "schifosi".

Altrettanto dura e sarcastica è la sua critica nei confronti del destino che colpisce Sad, costretto (un po' per utilitarismo, un po' per vigliaccheria) ad accettare il ruolo che gli viene imposto. Alla fine, pur di assimilarsi al mondo che lo isola, Sad accetta, supinamente, quasi giustificandolo, il fatto di essere considerato sporco e schifoso. E con sarcasmo e ironia dà ragione a coloro che lo rifiutano. Così, un destino amaro lo porta a ripudiare sé stesso e ad immedesimarsi con la massa razzista che lo circonda, gridando con essa: "SCHIFO! SCHIFO!" È il prezzo che Sad decide di pagare, nel disperato bisogno di essere accettato.

20/09/2003





        
  



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