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Un disabile per volontario: perchè no?

| ANCONA - Amagliani: Rovesciare il punto di vista, da fruitore a erogatore di prestazioni e servizi

Il grande patrimonio di oltre 1400 associazioni di volontariato attive nelle Marche rappresenta una ricchezza insostituibile per affermare il pieno diritto delle persone disabili alle pari opportunità e all’integrazione sociale. Come? Considerando il disabile come risorsa per il volontariato, un’opportunità di cui giovarsi per migliorare le condizioni di vita, del disabile e della comunità. Su questo tema innovativo, l’assessorato regionale alle Politiche sociali, in collaborazione con l’assessorato alla Sanità e il Centro Servizi Volontariato, ha elaborato uno specifico progetto dal titolo “Un disabile per volontario. Perché no?”, presentato nel pomeriggio in Regione.

“Con questo progetto per il quale chiediamo il contributo di tutte le esperienze e le competenze- ha spiegato Amagliani – puntiamo a cambiare prospettiva culturale : la diversità come valore e non come limite o ostacolo. Vogliamo promuovere l’ingresso e la partecipazione alla vita associativa dei disabili, sostenendo una cultura della cittadinanza attiva. Lo vogliamo fare valorizzandone al massimo il ruolo: non più unicamente beneficiario di prestazioni, ma erogatore; ruolo non passivo, quindi, ma attivo che sottolinea il senso di utilità sociale e allontana quello della rassegnazione. “

Amagliani ha anche evidenziato l’aderenza di tale progetto alla logica complessiva di riorganizzazione del sistema di protezione sociale regionale che intende favorire un approccio orizzontale e “non dall’alto” nelle politiche e nei programmi. “Non a caso – ha proseguito- la partecipazione sarà il punto di forza del prossimo Piano sociale, anche come criterio di valutazione dei progetti, in modo che questo concetto non risulti astratto ma sempre più tangibile e condiviso. Abbiamo investito sui processi di partecipazione dei cittadini e cercato di sviluppare l’elaborazione di idee e strategie territoriali finalizzate al benessere complessivo della popolazione. La funzione partecipativa del soggetto disabile rappresenta un paradigma importante per la costruzione di un sistema di welfare indirizzato universalmente, davvero a tutti. “

Nel corso del seminario sono intervenuti, tra gli altri, l’On. Luigi Giacco; Paolo Mannucci che ha parlato del volontariato come risorsa nelle politiche sociali della Regione; Enrico Marcolini, presidente del Centro Servizi Volontariato Marche. Stefano Ricci del servizio integrazione socio-sanitaria dell’Asur. Il progetto, come ha spiegato Alessandro Fedeli coordinatore regionale Centro Servizi per il volontariato A.V.M. ha come obiettivo la realizzazione di una rete che coinvolgerà molte associazioni, famiglie dei disabili, Enti locali, le Zone territoriali e l’ASUR e in seguito anche le scuole. La persona con disabilità dovrà investire risorse personali in termini di iniziativa, giudizio, scelta. Non si individua più il disabile per ciò che non è in grado di fare, ma per ciò che può fare efficacemente all’interno di un gruppo organizzato come un’Associazione. La metodologia agevola in particolare l’utilizzo delle potenzialità del disabile, per costruire un percorso di inserimento nell’Associazione. In termini di risultati, ci si attende l’inserimento di un numero significativo di disabili all’interno delle Associazioni del territorio che in esse potranno esprimere potenzialità, risorse ed abilità secondo i principi attivi di mobilitazione e partecipazione.

22/09/2006





        
  



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