Inaugurata la personale di Luigi Mainolfi
Castel di Lama | La mostra ci propone uno straordinario percorso, creato dall' artista stesso all'interno del Parco Bioenergetico del Borgo Storico.
di Giuseppina Pica
Personale di Luigi Mainolfi
La mostra ci propone uno straordinario percorso, creato dall' artista stesso all'interno del Parco Bioenergetico del Borgo Storico. Una serie di opere alla ricerca di un'alleanza, con la natura del parco realizzato dal botanico e paesaggista tedesco, Ludwig Winter.
Meditazioni artistiche che trovano la loro collocazione ideale nel contesto naturale del giardino. Le opere s'inseriscono "come corpi sospesi tra strutture e forma in un dialogo incessante con il cosmo".
Una kermesse inusuale dell'arte, presentata da Olimpia Gobbi (assessore provinciale alla cultura) dalla curatrice della mostra Maria Vescovo e da Riccardo Passoni (Gam Torino), col patrocinio della Regione Marche, del FAI-Delegazione di Ascoli Piceno e dei Grandi Giardini Italiani.
Opere uniche quelle di Mainolfi, collocate nel verde del parco. Animali in ferro battuto, ceramiche di terracotta, bandiere che svettano verso il cielo, un'arte che racconta la natura e che sarà "in mostra" sino a domenica 4 Ottobre, grazie soprattutto alla volontà dell'Associazione Seghetti Panichi che più che mai si propone di divulgare messaggi importanti attraverso l'arte contemporanea, un' ambiente globale quello del parco, dove creare esperienze culturali aperte.
Un percorso trasversale attraverso più di trent'anni di storia dell'Arte, un linguaggio universale di fusione con la natura, attraverso elementi minimi, ferro bronzo, terra, e la stoffa si trasformano assumendo una dimensione simbolica, quasi arcaica enfatizzata dall'antico tempo del giardino.
Un modo concettuale di etico e tecnico di comprensione dell'arte e legato alla difesa della natura come riappropriazione del perduto.
Le opere esposte riportano al sogno dell'autore ad un' iconografia personalissima e favoleggiante della natura. Giganti, soli, animali, isole, lambiscono la memoria onirica dello spettatore, imponendosi labilmente su chi guarda.
La forza del lavoro di Mainolfi sta proprio nell'unicità del lavoro, nel non essersi volutamente inserito, in una corrente, in un linguaggio. Una poetica nuova, che ha saputo riattualizzare una tradizione al suo tempo.
Il legame al paesaggio mediterraneo è sempre presente nell'opera dell'artista, ideale la scelta del parco come location, un insieme di ibridazioni mediterranee, che con il laghetto assorbono il culto dell'acqua, emergendo dal profondo per divenire dono degli dei. Le forme delle opere, si fanno paesaggio, ogni operasi esprime tramite i sensi, in una mostra che ripercorre storicamente il percorso dell'artista, in un lavoro che vuol divenire fase della natura, senza alcuna pretesa se non di essere "Albero" o "Cielo" come l'autore stesso ci ha raccontato.
Una scelta libera, slancio verso l'alto quello dell'artista che ci ha accompagnato per il percorso artistico ricreato e proponendo, in esclusiva una performance artistica a chiusura della presentazione.
L'artista a salutato ricreando il sogno: una modella perfettamente in emphatia con il "Luogo", Priva di suppellettili, nuda, e componente arcaica del sentire del giardino. Un' esperienza lirica del ritorno alla natura, un connubio performativo di grande impatto visivo legato all'unione dei tre componenti artistici.
Una Mostra, piccolo gioiello di composizione poetica, costruita con semplicità e che grazie all'impegno dei promotori e dell'artista hanno creato uno spaccato artistico, di grande importanza, che speriamo verrà riproposto e sicuramente apprezzato apprezzato dal pubblico. Un momento artistico, una struttura concettuale imponente nella sua semplicità, che sensibilizza all'arte e che risulta impossibile da non apprezzare
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23/09/2007
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