Probabilmente è uno dei prospetti tennistici più promettenti e (pericolosamente) più attesi nel panorama internazionale; è normale, quindi, che risalti la notizia del primo punto ATP conquistato da Gianluigi Quinzi, nato a Cittadella (PD) ma cresciuto a Porto San Giorgio. Il giovane italiano, classe '96, dopo aver superato le qualificazioni senza difficoltà, nel primo turno del Futures Mazatlan in Messico ha sconfitto lo svizzero Luca Margaroli (n°1015 ATP) con il punteggio di 4-6 6-4 6-3. Nel turno successivo è stato costretto al ritiro, per problemi allo stomaco, contro un altro giovane italiano, Federico Gaio, (classe '92, n° 402 ATP), sul punteggio di 6-5 per l'avversario (ma Gianluigi è stato avanti 5-2).

  Alto (già oltre il metro ed ottantacinque, sperando che la crescita non ne condizioni la mobilità), mancino, Quinzi, a detta di molti esperti, ha potenzialità tali da permettergli di essere competitivo ai massimi livelli in futuro; ovviamente una sua eventuale affermazione dipenderà dall'uso della propria testa nel corso degli anni, evitando atteggiamenti sia di sfiducia nei propri mezzi di fronte alle inevitabili sconfitte che arriveranno nel corso della propria crescita, sia di presunzione nel caso delle prime vittorie di un certo peso.

  Quinzi, però, non è solo: stanno emergendo altri giovani italiani di notevole interesse. Merita di essere menzionato per primo lo spezzino Alessandro Giannessi (classe '90), ad inizio anno numero 499 del ranking mondiale, ed ora vicino alla centocinquantesima posizione in classifica, dopo aver raggiunto i quarti dell' ATP 250 di Bucarest, in seguito a vittorie su avversari come Albert Montanes (n°53) e Fredrico Gil (n°100). Nei tornei futures sta ottenendo buoni risultati Edoardo Eremin (classe '93), attualmente numero 661 della classifica mondiale, ma che già si distingue per la potenza dei colpi da fondo e del servizio (sopra i 220 km/h). Altri nomi da segnalare sono quelli di Baldi, Napolitano e Donati, ma solo fra qualche anno potremmo verificare se questi giocatori non siano promesse "da marinai".