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Sindaci-sceriffi? Serve moderazione

San Benedetto del Tronto | Alcuni amministratori del territorio si sono incontrati per discutere del decreto Maroni che dà loro nuovi poteri. Si pensa ad azioni mirate e concretamente applicabili. Critiche ai tagli del Governo Berlusconi: "Saremo costretti a diminuire i servizi".

di Marco Braccetti

Una stella da sceriffo (Foto d'archivio)

Il decreto Maroni fa discutere i sindaci del territorio. Gli amministratori comunali si interrogano sul ‘se' e sul ‘come' utilizzare i 'super-poteri' recentemente assegnati loro dal Ministero degli Interni. Problemi come l'accattonaggio, il vandalismo, il bullismo, l'alcolismo e la prostituzione possono essere affrontati dai sindaci con provvedimenti ad hoc.

Nella mattinata di martedì 30 settembre alcuni amministratori del Piceno si sono incontrati nell'ufficio del Sindaco di San Benedetto per fare il punto della situazione e per programmare una strategia unitaria. Oltre al padrone di casa Giovanni Gaspari erano presenti Lucio D'Angelo di Offida, Roberto De Angelis di Cossignano, Luigi Merli di Grottammare, Bruno Menzietti di Monteprandone, il Sindaco di Pedaso Guido Monaldi e quello di Porto Sant'Elpidio Mario Andrenacci.

Il primo cittadino sambenedettese chiarisce subito come stanno le cose: "Non siamo i nuovi sceriffi", afferma con forza Gaspari che viene seguito a ruota dagli altri colleghi: "Stiamo ragionando su degli interventi seri, non servono esagerazioni. Occorre fare un uso intelligente di questi nuovi poteri, senza proliferazioni di ordinanze", ribadisce Menzietti.

C'è da dire, infatti, che "ordinare" è facilissimo. Il difficile è controllare che le disposizioni vengano rispettate. Il compito ricadrebbe sulla Polizia Municipale che già oggi, in tutti i Comuni del territorio, è oberata di mansioni e responsabilità. Il rischio dunque è che il l'eventuale ordinanza non venga rispettata semplicemente per mancanza di controlli.

"Ordinanze interessanti sulla carta ma difficilmente applicabili nei fatti non servono a niente, se non ad apparire sulla stampa", afferma Andrenacci.

Alcuni giorni fa il Sole24Ore aveva riportato in un'interessante tabella un vero e proprio florilegio di disposizioni e ordinanze. Si può così apprendere che il Comune di Padova vieta su tutto il territorio il gioco di abilità delle tre carte e delle tre campane (sanzione da 25 a 500 euro).

Il Comune di Salerno prevede sanzioni da 100 a 200 euro per chi sbaglia ad effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti. In un'ordinanza del Comune di Torino poi si legge che è vietato consumare alimenti e bevande alcoliche in luogo pubblico in alcune aree della città. Al Comune di Trapani lottano contro i posteggiatori abusivi e sanzionano sia loro che i loro clienti con ammende dai 25 ai 500 euro.

Il commento più tranchant è quello del sindaco Merli: "Reputo le nuove disposizioni delle sciocchezze immani, i problemi della sicurezza e dell'ordine sociale non si risolvono rendendo i sindaci degli sceriffi"

L'incontro di martedì è comunque servito per intavolare il discorso. Ne seguiranno altri che serviranno per definire delle linee concrete. I comuni della costa ad esempio potrebbero adottare delle disposizioni speciali contro i rumori e gli schiamazzi notturni, soprattutto in previsione della prossima stagione estiva.

"Abbiamo messo in cantiere alcune idee pratiche da adottare in futuro", dichiarano i primi cittadini presenti. Naturalmente tutti confermato che le azioni saranno poste in campo tramite un attento coordinamento con Questura e Prefettura e con tutte le Forze dell'Ordine.

Più che i nuovi poteri a togliere il sonno ai primi cittadini del Piceno sono i forti tagli che il Governo Berlusconi sta effettuando in settori vitali come il quello del sociale. Proprio su questo argomento alcuni giorni fa era intervenuto l'assessore ai Servizi Sociali della Regione Marche, Marco Amagliani (per approfondimenti vedi l'articolo correlato) stigmatizzando l'operato dell'Esecutivo.

"A San Benedetto abbiamo i fondi per realizzare il quarto asilo nido ma non quelli per pagare il personale per mandare avanti la struttura", afferma Gaspari. Anche l'abolizione dell'ICI sulla prima casa viene guardata come la peste dagli amministratori locali: "E' una coperta troppo corta - dichiarano in coro - con il Governo centrale che ci taglia i fondi siamo costretti o a ridurre i servizi o ad aumentare le imposte comunali".

Come dicevano i latini: Tertium non datur.

30/09/2008





        
  



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