Martedì 8 settembre, presso il Club 23, alle 21:30, il giovane Francesco Leto, su invito del Il Club degli Incorregibili Ottimisti e della libreria La Bibliofila, presenterà il suo secondo romanzo, "Il cielo resta quello", edito da Frassinelli. Un grande romanzo corale ambientato nella Bagnara Calabra (il paese natale di Mia Martini, per intenderci) della metà del secolo scorso. Il secondo ospite della serata sarà il pittore Iuri Paolini, in arte Ferramenta, che attuerà con lo scrittore un originale esperimento. In attesa della serata, eccovi un'intervista propedeutica.  

Innanzitutto, Francesco, ti ringrazio a nome della Città per aver accettato il nostro invito. Martedì sera avremo modo e molto tempo per parlare de "Il cielo resta quello" . In questa intervista propedeutica, chiama mola così, vorrei chiederti ben altro. Sto leggendo in questi giorni un libro sulla scrittura creativa, pertanto vorrei sapere come si è evoluto il tuo approccio alla scrittura dal tuo primo romanzo, "Suicide Tuesday", al secondo.
La scrittura è materia magmatica. Deve essere sempre in evoluzione. Lo è lo scrittore per primo. A me pare non possa esistere altra forma di scrittura che non sia il riflesso dei turbamenti e dei cambiamenti che si vivono a cui la lingua deve dare ascolto

In famiglia c'è un altro scrittore, Giulio Perrone, che è stato nostro ospite qualche settimana fa. Vi confrontate sulla scrittura e sulle storie, o siete due mondi separati da questo punto vista?
Perrone è un editore prima di tutto. Io uno scrittore. Editori e scrittore non sempre vanno d'accordo. A me non piace parlare della mia propria scrittura o della scrittura in generale. Chi se ne frega. Meglio una birra in compagnia. Se hai letto qualcosa che ti esalta parlerai di quel libro, se sei fortunato ad averne trovato uno.

Il motivo per cui abbiamo voluto fortemente questa presentazione è , oltre al fatto che sei un giovane autore e meriti anche tu adeguate opportunità per farti conoscere, che fra i personaggi del tuo libro è inclusa Mia Martini e poiché quest'anno è caduto il ventesimo anniversario dalla sua morte, trovavamo doveroso omaggiarla. Quanto ancora la sua voice permea l'atmosfera di Bagnara Calabra?
Pensa che sul lungomare di Bagnara c'è una scultura a lei dedicata con la scritta "A Mimì, spirito libero nel mare delle sirene". Questo spirito lo si avverte ovunque a Bagnara. Soprattutto nel mare.

Mia Martini adoperava la parola "calabresità" quando discorreva del suo essere e delle sue origini. Secondo te quanto portava con sé di questa "calabresità" sul palco?
Secondo me portava sul palco se stessa, quindi anche il suo essere Bagnarota. La forza di volersi mostrare fragile. La sua è una voce tragica, sembra rievocare le tragedie greche. La Calabria per me è soprattutto lì.

"Il cielo resta quello" tuttavia non è un romanzo sulla Martina: la cantante è una piccola tessera di un mosaico più grande. Il genere "corale" è secondo te passato in secondo piano?
Non mi pare sia passato in secondo piano. All'interno di un romanzo corale ogni storia, anche la più piccola, ha la sua propria forza. Come per esempio quella di Giovannino mon cher.

Martedì sera non sarai l'unico ospite: ci sarà un pittore, Iuri Paolini, con il quale attueremo un singolare esperimento. Sei pronto?
Pronto!