Puntualmente, con l’approssimarsi dell’avvio delle scuole, si torna a parlare del problema del costo dei libri di testo.

E come sempre non mancano coloro che, nel sottolineare che i libri incidono pesantemente sui bilanci familiari, finiscono per “accusare” più o meno velatamente proprio i rivenditori finali, i librai, che in realtà hanno limitatissimi margini di manovra su prezzi che sono imposti dall’editore.

Sicuramente per le famiglie si tratta di una spesa importante; per questo, ormai da alcuni anni, la Confcommercio chiede che l’acquisto dei testi possa essere detratto dalle imposte sui redditi, proprio come per le spese mediche, quale segno tangibile del fatto che si tratta di un investimento strategico per lo sviluppo e la crescita del Paese.

Una seconda “via” da percorrere potrebbe poi essere, secondo Confcommercio, quella di trovare un coinvolgimento delle banche, che potrebbero a sostenere le famiglie attraverso la formulazione di strumenti finanziari ad hoc per l’acquisto dei libri, magari a tasso zero.

“Personalmente – sottolinea il direttore Confcommercio Giorgio Fiori – ritengo che invece di creare un clima negativo sulla spesa per l’istruzione, fondamentale per formare quell’ “intellighenzia” che può portare ad un salto di qualità di cui l’Italia ha estremo bisogno in questo momento storico, occorra un’azione comune finalizzata a risolvere questo tipo di problemi senza generare contrapposizioni, e valorizzando le professionalità esistenti. Come ogni anno comunque le cartolibrerie della Provincia di Ascoli Piceno vengono incontro alle necessità delle famiglie con agevolazioni nei pagamenti ed omaggi di cancelleria”.