La Torre di Sant'Anna: "dolce eco del mio passato"
Potenza Picena | Dai sette ai ventiquattro anni ho vissuto a Porto Potenza Picena, una piccola cittadina dell’Adriatico adagiata tra Civitanova Marche e Porto Recanati, proprio dove un tempo sorgeva la città romana di Sacrata, di cui nulla o quasi è arrivato ai giorni.
TORRE DI SANT’ANNA:
Quando mi traferii lì con la mia famiglia, contava circa cinquemila abitanti, una spiaggia silenziosa e semideserta, e pochi quartieri circondati dall’aperta campagna, sulle cui strade i bambini come me giocavano a campana o a corda, oppure si sbucciavano un ginocchio correndo in bicicletta. C’era però, come c’è ancora, e come esisteva già più di seicento anni fa, una torre merlata a pochi passi dal mare, un segnale di orientamento inequivocabile persino qualora mi fossi persa vagando tra qualche viuzza a ridosso della spiaggia, e vigile presenza durante i pomeriggi di ogni sabato della mia adolescenza, quando ci riunivamo con le guide e i boy scout in un piccolo locale proprio alle sue spalle, e giocavamo al Grande Gioco sulla piazzetta accanto.
Bastava alzare lo sguardo ed era lì, nei suoi trenta metri di altezza, imponente e maestosa, a ricordarmi che tanto tempo fa qualcuno l’aveva fatta costruire per difendere l’antico porto dalle possibili incursioni dei pirati provenienti dal mare. Per quanto le sue origini sembrino tuttora incerte, pare che questa torre quadrangolare fosse già esistente nel 1426, anno cui risale un documento restaurato di recente, sul quale compare l’inventario di alcuni beni mobili conservati nell’edificio, già al tempo fortificato. Nota, dunque, come torre di avvistamento per opera dell’architetto Verzelli di Recanati, subì modifiche e interventi nel corso dei secoli, anche se la sua importanza fu legata alla sorte altalenante del porto, di cui era baluardo e difesa.
Nel 1766 venne ulteriormente adornata da merli ghibellini, ma, dopo le guerre napoleoniche, essendo quasi del tutto scomparso il fenomeno delle incursioni piratesche sul mare Adriatico, perse la funzione principale per la quale era stata progettata e costruita. Nonostante diverse altre modifiche, nel 1998 il comune di Potenza Picena decise di sottoporla a un ultimo restauro, cercando di salvaguardarne l’integrità e la struttura. Da alcuni anni, grazie alla costruzione di una scaletta, è possibile effettuare una visita al suo interno fino a raggiungerne la sommità, dove da un pittoresco terrazzo si può ammirare il paesaggio sottostante: la costa sabbiosa lambita dalle acque del mare, la stazioncina quasi dimenticata che separa la spiaggia dal paese, e la strada che dalla statale si insinua nell’entroterra per giungere fino al paese alto di Potenza Picena.
Sulle pareti, a bella mostra, dal primo piano all’ultimo, sono appese delle squisite riproduzioni delle località del litorale Adriatico appartenenti all’antico Stato Pontificio. E accanto alla torre, sorge la graziosa chiesetta di Sant’Anna, che ha preso il nome da un quadro risalente al XVII secolo e attribuito a un pittore noto con il nome di Cavalier Perugino, che raffigura “La Vergine con Bambino tra i Santi Gioacchino e Anna”. L’esterno, in mattoncini rossi, è caratterizzato da una facciata con tre lunghi finestroni a sesto acuto, una nicchia con la statua della Madonna e un bel portale in legno.
Ma da qualunque parte si guardi, dal mare o dalle colline, venendo da sud o arrivando da nord, passando lungo la statale o passeggiando tra le vie del centro abitato, svetta la possente torre di Sant’Anna, mutata e al tempo stesso immutabile nei secoli, simbolo e punto di riferimento per gli abitanti del luogo, guida e faro di notte, sentinella e vedetta di giorno, memoria storica e testimone del tempo che scorre, piacevole ricordo della mia infanzia e della mia gioventù che ancora oggi, come in uno scrigno, racchiude tante emozioni del mio passato.
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08/09/2014
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