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A Chernobyl l’emergenza non è finita

Ascoli Piceno | A 16 anni dal disastro un convegno dell’Auser fa il punto della situazione

Sono passati più di sedici anni dal disastro nucleare di Chernobyl e contrariamente a quanto si potrebbe pensare l’emergenza non è finita.

Secondo gli esperti dell’ONU il peggio (nonostante il numero delle vittime superi già le 100.000 unità) deve ancora venire ed è previsto intorno al 2005/2007 quando coloro che erano bambini all’epoca dell’incidente inizieranno a procreare: solo allora potranno rendersi evidenti le conseguenze sul patrimonio genetico della popolazione.

Conseguenze che, in parte, sono già state dimostrate durante studi eseguiti su selvaggina, uccelli (rondini) e roditori che vivono nella zona contaminata (e si sa che l’uomo ed i roditori si comportano, sul piano della genetica, in modo analogo).

A distanza di sedici anni si fa strada la consapevolezza di come le previsioni, che volevano far risalire le conseguenze dell’incidente alla sola (seppur drammatica) “sindrome da irradiazione acuta”, siano state il frutto di una filosofia di minimizzazione o negazione degli effetti del disastro nucleare. I soli casi di cancro alla tiroide che vengono fatti risalire alla sindrome da irradiazione acuta mettono in evidenza questa filosofia: entro l’inizio del millennio erano stati previsti 1.500 casi di tumore tiroideo nei bambini, 6.600 entro il 2006.

Nel 2001, invece, avevano già superano gli 11.000. Ora, molti scienziati e sperimentatori stanno dimostrando che dosi deboli, ma croniche, di radiazioni sono particolarmente nocive. Diverse malattie che si volevano catalogare nel vasto complesso delle malattie psicosomatiche, senza alcun rapporto con la radioattività, stanno assumendo nuove riconsiderazioni: sono le turbe neurologiche negli adulti, l’aumento dei cancri del colon, del retto, dei polmoni, del seno e delle vie urinarie, i disturbi cardiaci, il diabete.

Questi argomenti sono stati discussi al convegno intitolato Qualità ambientale e salute pubblica: il caso delle malattie onco-ematologiche, organizzato dall’Associazione AUSER e Filo d’Argento in collaborazione con il Comune di Porto Sant’Elpidio, la fondazione della Cassa di risparmio di Fermo, la Provincia di Ascoli Piceno e il Consiglio della Regione Marche.

All’incontro erano presenti l’assessore alle Politiche Sociali di Porto Sant’Elpidio Federico Costantini, il Coordinatore regionale dell’Auser Aldo Monteverde, il Dott. Reiman del dipartimento pediatrico oncologico della Bielorussia che ha introdotto il tema, il Dott. Paolo Pievani del Centro Oncologico Infantile dell’Ospedale Salesi di Ancona, il Dott. Gisberto Paoloni direttore generale dell’ARPAM regionale, il Dott. Mauro Mariottini dirigente del Servizio Epidemiologia Ambientale ARPAM, il Prof. Pietro Leoni direttore della Clinica di Ematologia dell’Universtà Politecnico delle Marche, il presidente dell’Associazione Bambini in Pericolo, il presidente dell’Associazione A.M.B.A.L.T. per l’assistenza e la cura dei Bambini Affetti da leucemia e tumori, la Dr.ssa Tiziana Bentivoglio Direttrice Generale A.S.U.R. n. 11 e l’assessora provinciale alle Politiche Sociali e Cooperazione Licia Canigola, che ha ribadito la necessità di raccordare gli interventi agli obiettivi attraverso azioni parallele che puntino sia all’accoglienza dei bambini che necessitano di vacanze cosiddette di salute, che ad una vera politica di cooperazione in Bielorussia.

Dopo aver ringraziato gli organizzatori dell’incontro per la rilevanza del tema scelto, in particolare il Presidente Provinciale dell’Auser Antonio Vagnozzi e il referente del Filo D’Argento di Porto Sant’Elpidio Igino Bonifazi, da sempre impegnati in attività sociali di volontariato, l’assessore Canigola ha invitato a considerare i beneficiari dell’intervento come interlocutori, prendendo coscienza della loro realtà culturale e coinvolgendo tutti i soggetti del territorio disposti a collaborare, nella consapevolezza che non potranno esserci effetti immediati ma interventi che produrranno effetti significativi nel tempo.

“Ogni progetto dovrà essere confrontabile su due elementi fondamentali - ha concluso Canigola - la fattibilità e la progettualità, senza questi parametri si rischia di fare solo  assistenzialismo.

01/10/2004





        
  



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