Le imprese dei Sibillini penalizzate dalle infrastrutture inadeguate
Comunanza | Molti i temi affrontati nel corso del Forum sullo sviluppo dell'imprenditoria montana e dell'entroterra
di Francesco Massi
La mancanza o la inadeguatezza delle infrastrutture, a cominciare dalla Viabilità, è alla base di molte difficoltà che frenano lo sviluppo industriale della zona dei Sibillini. Uno dei nodi, fondamentali, questo, emerso dal primo Forum sull'imprenditoria dei Sibillini e dell'entroterra delle province di Ascoli e Fermo che si è tenuto a Comunanza organizzato dalla Comunità Montana dei Sibillini.
Il futuro, da quanto emerso, passa attraverso delle marcate difficoltà già per il mantenimento delle imprese esistenti. Prospettive grigie, se non nere, per la nascita di nuove. Ma ci sono settori, come quello turistico e dei servizi, che hanno ancora potenzialità da giocare.
"Gli imprenditori - afferma Cesare Milani, presidente Comunità Montana dei Sibillini - hanno ben sviluppato il settore lavorativo grazie alle loro capacità e purtroppo non sempre le istituzioni pubbliche hanno contribuito a favorirne le condizioni. Ne è esempio i ritardi assurdi nell'apertura del traforo di Croce di Casale". Adriano Federici, presidente Confindustria Ascoli, è chiarissimo. "Gli imprenditori - afferma - chiedono buone condizioni per le basi di lavoro, come la logistica. Basti pensare che i trasporti fanno incrementare del 15% il costo del prodotto. È anche per questo che l'imprenditore investe nelle zone più vicine ai grandi nodi viari. Nell'entroterra non è facile".
Poi una stoccata. "Forse il mondo politico dovrebbe ascoltare di più quello dell'imprenditoria". Silvano Lattanzi, Presidente Unione Industriali del Fermano aggiunge. "La politica è mancata nelle nostre zone, non è stata adeguatamente rappresentativa delle esigenze fondamentali. Sono infatti convinto che anche la zona calzaturiera debba legarsi alle aree interne per migliorarsi. Occorre una maggiore unione tra i territori dal punto di vista operativo".
Pio Antognozzi, vice presidente di Confindustria Ascoli, lancia qualche proposta: "Sviluppare il terzismo, penetrare nei mercati esteri anche attraverso l'unione delle imprese, concretizzare maggiormente le vocazioni territoriali, implementare il turismo attraverso la valorizzazione delle strutture già presenti, sviluppare i servizi rivolti alla popolazione come gli anziani".
L'imprenditore Enrico Biondi è netto: "La conduzione politica negli ultimi 30 anni è stata scellerata circa l'impreditoria. Nella nostra area vedrei imprese artigiane di altissima qualità, ma la viabilità è realmente il primo nodo da risolvere".
"Gli imprenditori - afferma Alvaro Cesaroni ex presidente Unione Industriali del Fermano - sono vincolati al territorio e il problema è far incontrare le richieste sociali-territoriali con quelle del mercato. Una zona, per essere attrattiva, oltre a possedere buone strade deve avere eccellenti capacità umane: è l'uomo l'elemento fondamentale nello sviluppo dell'impresa, sono le capacità e le qualità degli imprenditori così come delle maestranze. C'è bisogno di talento e di investimenti sull'immateriale, per essere pronti ad affrontare i concorrenti internazionali. Occorre caratterizzare la zona: ad esempio statisticamente risulta che all'interno c'è meno assenteismo che nella costa e questo per un imprenditore equivale a minori costi. La politica - continua Cesaroni - non ha aiutato: ha lasciato il vuoto circa le esigenze attuali dell'imprenditoria ma non può permettersi di stare alla finestra a guardare dicendo ciò che non va".
Il futuro, da quanto emerso, passa attraverso delle marcate difficoltà già per il mantenimento delle imprese esistenti. Prospettive grigie, se non nere, per la nascita di nuove. Ma ci sono settori, come quello turistico e dei servizi, che hanno ancora potenzialità da giocare.
"Gli imprenditori - afferma Cesare Milani, presidente Comunità Montana dei Sibillini - hanno ben sviluppato il settore lavorativo grazie alle loro capacità e purtroppo non sempre le istituzioni pubbliche hanno contribuito a favorirne le condizioni. Ne è esempio i ritardi assurdi nell'apertura del traforo di Croce di Casale". Adriano Federici, presidente Confindustria Ascoli, è chiarissimo. "Gli imprenditori - afferma - chiedono buone condizioni per le basi di lavoro, come la logistica. Basti pensare che i trasporti fanno incrementare del 15% il costo del prodotto. È anche per questo che l'imprenditore investe nelle zone più vicine ai grandi nodi viari. Nell'entroterra non è facile".
Poi una stoccata. "Forse il mondo politico dovrebbe ascoltare di più quello dell'imprenditoria". Silvano Lattanzi, Presidente Unione Industriali del Fermano aggiunge. "La politica è mancata nelle nostre zone, non è stata adeguatamente rappresentativa delle esigenze fondamentali. Sono infatti convinto che anche la zona calzaturiera debba legarsi alle aree interne per migliorarsi. Occorre una maggiore unione tra i territori dal punto di vista operativo".
Pio Antognozzi, vice presidente di Confindustria Ascoli, lancia qualche proposta: "Sviluppare il terzismo, penetrare nei mercati esteri anche attraverso l'unione delle imprese, concretizzare maggiormente le vocazioni territoriali, implementare il turismo attraverso la valorizzazione delle strutture già presenti, sviluppare i servizi rivolti alla popolazione come gli anziani".
L'imprenditore Enrico Biondi è netto: "La conduzione politica negli ultimi 30 anni è stata scellerata circa l'impreditoria. Nella nostra area vedrei imprese artigiane di altissima qualità, ma la viabilità è realmente il primo nodo da risolvere".
"Gli imprenditori - afferma Alvaro Cesaroni ex presidente Unione Industriali del Fermano - sono vincolati al territorio e il problema è far incontrare le richieste sociali-territoriali con quelle del mercato. Una zona, per essere attrattiva, oltre a possedere buone strade deve avere eccellenti capacità umane: è l'uomo l'elemento fondamentale nello sviluppo dell'impresa, sono le capacità e le qualità degli imprenditori così come delle maestranze. C'è bisogno di talento e di investimenti sull'immateriale, per essere pronti ad affrontare i concorrenti internazionali. Occorre caratterizzare la zona: ad esempio statisticamente risulta che all'interno c'è meno assenteismo che nella costa e questo per un imprenditore equivale a minori costi. La politica - continua Cesaroni - non ha aiutato: ha lasciato il vuoto circa le esigenze attuali dell'imprenditoria ma non può permettersi di stare alla finestra a guardare dicendo ciò che non va".
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01/10/2007
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