Operazione fiumi Marche
| ANCONA - Anche nelle Marche grande successo di partecipazione per le giornate nazionali di prevenzione dalle alluvioni
In 20.000 circa tra cittadini, scout, volontari ambientalisti e di protezione civile, hanno preso parte anche nelle Marche al week-end di volontariato nazionale contro le alluvioni organizzato con “Operazione Fiumi 2006”, la campagna per la prevenzione del rischio idrogeologico di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile.
Nella regione infatti, dove per la prima volta quest'anno la campagna ha avuto l'edizione regionale “Operazione Fiumi Marche” promossa da Legambiente, Regione Marche e Dipartimento Protezione Civile, sono stati oltre 50 gli appuntamenti organizzati dai gruppi comunali di protezione civile e i circoli Legambiente per un totale di circa 80 iniziative diverse, tra sportelli informativi al cittadino e azioni concrete di pulizia degli argini dei fiumi.
Dal Metauro al Tronto, passando per il Foglia, l'Esino, il Musone, il Chienti, il Potenza, ma anche per i torrenti Apsa e Fiastra, nel mirino dei volontari sono stati la spazzatura come cartacce e bottiglie abbandonate per incuria lungo i corsi d’acqua, ma anche tronchi d’albero, sterpaglie e altri rifiuti ingombranti incastrati negli argini.
Per citarne alcune, molto partecipata è stata l'azione di pulizia delle sponde del Foglia organizzata ieri mattina dal Circolo Legambiente Il Ragusello, la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana insieme ai cittadini di Pesaro. In più di 100 si sono impegnati per numerose ore di lavoro in una minuziosa pulizia degli argini del fiume nel tratto fluviale tra il parco XXV Aprile e il Parco Miralfiore recuperando bottiglie di vetro, plastica, tronchi d’albero, abiti usurati, valige, cartoni e altri materiali abbandonati.
Nell'anconetano invece, i volontari del Gruppo protezione civile dell'Unione dei Comuni della media Vallesina si sono ritrovati lungo la pista ciclabile – località Vecchio Rotone con uno stand informativo per attività di sensibilizzazione e distribuzione materiale informativo sui rischi del disseto idrogeologico.
Così Legambiente, Dipartimento della Protezione Civile, Scout dell’Agesci e del Cngei, l’Associazione nazionale Alpini, l’Associazione Vigili del fuoco in Congedo, le Misericordie e l’ANPAS hanno collaborato a un fine settimana di sensibilizzazione e azione concreta per riportare l’attenzione sul rischio idrogeologico e la prevenzione contro i dissesti nei comuni marchigiani, ancor più alla luce dei disastrosi alluvioni che di recente hanno duramente colpito l'osimano e il falconarese in provincia di Ancona.
“Prevenzione del rischio idrogeologico è soprattutto una corretta gestione del territorio e del fiume – sottolinea Simone Andreotti, portavoce della campagna – I disastri ambientali che vedono protagonisti i fiumi italiani sono infatti la diretta conseguenza di scelte sciagurate compiute dall'uomo: l’abusivismo, l’urbanizzazione delle aree golenali, l’escavazione selvaggia e la mancata manutenzione ordinaria degli argini, sono spesso le vere cause delle catastrofi. In particolare i rifiuti ingombranti e i tronchi d’albero portati dalle precedenti piene possono ostruire la luce dei ponti portando effetti devastanti a valle in caso di alluvione”.
Una fragilità, quella del territorio italiano, che tocca i grandi fiumi ma anche torrenti, fiumare e piccoli corsi d’acqua, dove si sono compiuti spesso gli scempi più gravi, con intubazioni, discariche abusive, ponti sottostimati e case costruite sin dentro gli alvei. Legambiente e il Dipartimento della Protezione Civile rilanciano così la necessità di svolgere interventi di manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua che sappiano coniugare la rinaturalizzazione dei fiumi e la sicurezza dei cittadini.
“Questa situazione purtroppo non è solo l’eredità di una scorretta gestione del territorio nel passato – continua Andreotti – perché ancora oggi troppo spesso si continua a costruire dove non si dovrebbe. Di fronte a una situazione tanto grave diventa fondamentale mettere in atto un’adeguata manutenzione ordinaria delle sponde dei fiumi e delle opere di difesa idraulica e fermare l’urbanizzazione delle aree a rischio idrogeologico”.
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16/10/2006
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