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Grande movimento energia, nuove centrali e altro

Ascoli Piceno | Problemi acque e depurazioni.

di Marco Traini

Il black-out energetico a livello nazionale di alcuni giorni fa, sembra aver accelerato anche nella nostra provincia il "movimento" economico-progettuale attorno alle ipotesi di avvio di nuovi siti o centrali produttive, idroelettriche o di altro genere. Una ripresa di attenzione che contrasta con la lentezza dei decenni scorsi, e che comunque non è legata solo all'interesse per lo sfruttamento sistematico delle acque fluviali (con conseguenze a volte impreviste), ma anche alle possibilità di produrre su larga scala utilizzando le "fonti energetiche alternative", seppure ancora in gran parte da verificare nelle loro reali potenzialità applicative.

Comunque sia di certo, nel nostro territorio c'è che un gruppo di imprese industriali ascolane, guidate un azienda operante nel settore dell'elettromeccanica, ha già in cantiere di realizzare una nuova e semplice centrale idroelettrica, sfruttando le acque del torrente Fluvione, nella zona di Uscerno (Montegallo), appena fuori dal Parco nazionale dei Sibillini. Il progetto è già in una fase avanzata, come conferma il sindaco del paese, Giuseppe Serafini :" I tecnici del nostro Comune hanno dato parere favorevole sia perchè l'impatto ambientale della centrale è quasi inesistente, sia perché non esistono nella zona rischi di frane o situazioni di dissesto idrogeologico.

Poi ora saranno gli uffici competenti della Provincia (che stanno già valutando il progetto) e di seguito quelli della Regione – continua il sindaco – a dare il via libera all'opera." A testimoniare il fervore per il settore che sta attraversano negli ultimi tempi diversi ambienti locali e non solo, è da ricordare come altri due progetti simili erano stati presentati di recente da privati, con l'obiettivo di costruire nuovi impianti di captazione e trasformazione energetica anche dentro l'area del Parco nazionale. Programmi evidentemente poco opportuni, che lo stesso Ente ha provveduto a rigettare.

Di fatto però, il movimento di interesse attorno alla questione energetica, vitale per il futuro, continua ad avanzare. Senza considerare troppo i possibili risvolti ambientali, in danno dell'acque fluviali e anche dell'attività umane ad esse legate, che potrebbero comportare. Sbarramenti, impianti, captazioni, deviazioni e quant'altro, possono provocare o accelerare condizioni di dissesto idrogeologico seri per il territorio, e soprattutto per il nostro che in diverse zone collinare e montane è già a rischio franoso.

Una di queste è l'area a sud di Roccafluvione, lungo il corso di quello stesso torrente dove tre anni fa è stato avviato un depuratore che avrebbe dovuto risolvere molti problemi locali,  in termini ambientali e civili. Di fatto però, dal 2000 ad oggi, secondo fonti provinciali il Fluvione è passato dalla prima alla terza classe (la quinta è la peggiore : il Tronto nella Vallata), in termini di qualità delle proprie acque. Un altro mistero del nostro bello ma sempre più martoriato territorio, che tra impianti per i rifiuti, captazioni varie, alghe inquinanti nei bacini artificiali, immissioni incontrollate nell'aria difficilmente potrà resistere a lungo ad un tale assalto.

Per fortuna c'è chi pensa ad un altro genere di produzioni, più "pulite" anche se sempre da valutare nel loro impatto complessivo (l'imprenditore Santarelli pensa di entrare nel settore dell'eolico), e chi addirittura progetta centri di studi e ricerche internazionali sull'energie alternative. Ci riferiamo all'ormai noto programma  che dovrebbe essere attuato a Monsampolo, che di recente ha avuto anche l'appoggio dell'Università di Ancona. Purtroppo però, e stranamente l'iniziativa, che sembrava avesse anche trovato i finanziamenti necessari (fondi FIT) per partire, in sede di Commissione parlamentare per le attività produttive, sembra avere subito una battuta d'arresto. Un altro mistero anche questo.                            

16/10/2003





        
  



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