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"Si scrive Scuola, si legge futuro"

San Benedetto del Tronto | Manifestazione della Rete degli Studenti Medi

di Alice Galasso

La manifestazione

Maggio 1968. La via straborda come un torrente in piena, in giro c'è un'aria rarefatta, carica di voci, di cori di protesta, manifesti levati al cielo. Il corso si riempie di giovani dai jeans stracciati, convers e zaini in spalla, che nel loro incedere sicuri avanzano richieste, sporgono denunce, lanciano proteste.
Quale mezzo migliore per ribadire diritti, per controbattere delle ingiustizie sociali e per esprimere all'unanimità delle esigenze di rinnovamento se non una sana mobilitazione?

Di tanto in tanto fanno cenni verso l'alto i nostri sessantottini come per richiamare l'attenzione delle Istituzioni, spettatori privilegiati seduti sulle loro comode poltrone, che osservano impassibili ciò che accade sul parterre. Imperturbabili e beati, come dèi vivono adagiati sulle loro lettighe, certi delle loro convinzioni indiscutibili sui problemi reali, sebbene i loro interessi ne siano esenti. E' forse questa una visione esageratamente pessimistica e piuttosto retrograda dei nostri governanti? Io credo che tuttora persista la loro noncuranza, spezzata di quando in quando da pochi atti demagogici. Ciò, in concomitanza con una disinformazione giovanile diffusa, crea una ancor più ampia frattura fra la Politica e gli studenti, frattura che permette il dilagarsi di leggi svantaggiose in mancanza di una vera sostanziale opposizione da parte nostra.

Ne abbiamo una prova concreta e palese nei cortei organizzati a livello provinciale: coloro che ne prendono parte sono sempre meno - a differenza delle grandi città dove si è verificata una crescita. Tuttavia non per questo minore è il loro impegno.

A questo proposito, infatti, i ragazzi della Rete degli Studenti Medi in zona Ascoli Piceno stanno facendo un gran lavoro, promuovendo campagne contro la passività generale davanti alla evidente arretratezza e decadenza della Scuola come sistema - per quanto riguarda burocrazia e metodi - e delle scuole in quanto strutture edilizie. A dimostrarlo, la manifestazione dallo slogan "SCRIVI SCUOLA, LEGGI FUTURO" che si è tenuta venerdì 11 per le antiche vie e la piazza in travertino del nostro storico capoluogo di provincia.

E' stato come sminuire quella grande maggioranza indifferente che ha generato il pessimo stereotipo "ai giovani non frega niente della loro istruzione".
E' stato, nonostante fossimo quasi 200 persone, come un grande corteo in cui risuonassero all'unisono mille voci.
E' stato, grazie all'entusiasmo ed al senso di partecipazione di ciascuno, un evento costruttivo nel cui momento finale - davanti al palazzo della Prefettura - si è dato spazio ad un articolato dibattito con numerosi gli interventi da parte di ragazzi provenienti da ogni scuola della provincia.
E' segno, questo, di una necessità impellente di far sentire la propria voce, di condividere un malcontento comune, di urlare "Io ci sono!".

Le problematiche trattate sono le medesime che ogni anno vengono ribadite ed accentuate, ma non per questo espresse con meno vigore e indignazione: le "classi pollaio", cioè aule strettissime dove gli studenti vengono stipati come galline da allevamento, e quindi la mancanza di spazi adatti al regolare svolgimento delle lezioni - ad un istituto alberghiero un hotel ha dovuto addirittura concedere delle zone apposite; gli strumenti o meglio i "rudimenti" - come computer, registratori, proiettori video - obsoleti e poco accattivanti per delle menti giovani e bisognose di continui stimoli creativi; il rincaro dei trasporti pubblici indispensabili per noi studenti tra cui abbonamenti di treni e pullman, costi che si aggirano tra i 190 - per le tratte più brevi - e gli 800 euro circa che tuttavia non compensano la scarsa qualità dei servizi.
Simili lamentele si sono verificate anche per quanto riguarda gli insegnanti, talvolta incompetenti e arretrati dal punto di vista pedagogico, talvolta addirittura sul piano della conoscenza della loro materia.

Insomma, andando ad esaminare ogni ostacolo che si pone sul percorso della nostra formazione - anche superficialmente - si riscontrerebbero un'infinità di lacune, di inutilità, di paradossi tanto che il traguardo finale sembra quasi una vetta irraggiungibile. Ma una volta arrivati in cima, una volta conseguita la maturità, siamo consapevoli di dover affrontare mille scelte, siamo certi che, pronti o no, c'è una vita intera che ci aspetta.
Ed in quel momento dovremo raccogliere i frutti di tutti quegli anni trascorsi ricurvi sui banchi.

17/10/2013





        
  



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