Gabriella Ceneri sul malcontento della città
San Benedetto del Tronto | "Espresso in diverse forme nei confronti dell'amministrazione comunale".
di Avv.Gabriella Ceneri
Il confronto e il dialogo costruttivo sono alla base della gestione democratica della cosa pubblica. Per dialogare, però, occorre riconoscersi e legittimarsi reciprocamente nei propri ruoli, oltre che, naturalmente, favorire la comunicazione scambievole con un ascolto attivo.
Tale aspetto fondamentale del rapporto politico, sul quale questa amministrazione comunale aveva basato programmaticamente la propria forza innovativa, è stato mortificato nel tempo da una gestione di fatto scarsamente attenta ai bisogni espressi dai cittadini e poco rispettosa di significative realtà associative nelle quali si esprime e si sviluppa il senso di cittadinanza e di appartenenza alla città.
A quasi due anni e mezzo dalle elezioni e' tangibile il malessere per un lamentato distacco tra la realtà del "palazzo", con i suoi veleni e le sue diatribe interne senza fine e i bisogni della gente, proprio quella gente che con l'espressione del voto ha determinato la vittoria di questa coalizione. Numerosi sono i segnali del disagio, alcuni quasi passati inosservati, altri più evidenti ed eclatanti. Prendiamo ad esempio l'ultimo incontro di gemellaggio svolto ai primi di Ottobre con la città di Alfortville.
Forse pochi sanno che quest'anno si è registrato il minimo storico di partecipazione dei cittadini, cosiddetti turisti, solo 5 ( cinque), che hanno accompagnato la nutrita delegazione comunale . Non si tratta di stanchezza o di logorio del rapporto con gli amici francesi, solo l'anno scorso con la sottoscritta partirono circa 85 cittadini, entusiasti di condividere con gli amministratori gli effetti positivi del gemellaggio tra istituzioni, come lo sviluppo delle relazioni di amicizia tra i popoli, coltivate attraverso appuntamenti ed eventi capaci di stimolare quello scambio interculturale ed esperienziale che arricchisce l'uomo.
Senza dubbio siamo di fronte ad un sintomo di malcontento popolare, in un settore che appare di secondaria importanza, ma sul quale vale la pena di riflettere.
Più importante per altri versi e quindi degna della migliore attenzione è la protesta dei comitati di quartiere.
In questi ultimi anni essi hanno sviluppato la loro attitudine a fungere da interfaccia con l'amministrazione comunale, non occupandosi soltanto dell'organizzazione delle feste di quartiere, ma facendo emergere le problematiche locali, diverse da zona a zona per morfologia del territorio e composizione del tessuto sociale, creando dei punti di aggregazione che hanno favorito la partecipazione dei cittadini alla gestione amministrativa della città, talvolta animando e determinando iniziative di spessore .
E' inevitabile che in un contesto associativo nel quale si dibatte delle scelte politiche dell'amministrazione comunale, con riferimento alle realtà locali considerate, possano emergere anche contestazioni o dissensi . Ciò non vuol dire che i comitati siano espressioni meramente partitiche o bacino di crescita delle forze di opposizione al governo cittadino.
Nei direttivi dei comitati lavorano tante persone, animate da spirito di volontariato, che sopportano al loro interno anch'esse critiche e talvolta riscuotono consensi, ma che comunque portano avanti con coraggio e dedizione il proprio compito, determinato dal mandato elettivo dei residenti del quartiere.
La proposta avanzata da qualcuno di istituire le circoscrizioni non considera tutto questo. Esprime senz'altro una concezione politica di gestione amministrativa "decentrata" della città, ma ignora di fatto o così intende soffocare la richiesta di considerazione che proviene dai presidenti dei comitati di quartiere, i quali legittimamente chiedono ora la sostituzione del delegato di loro riferimento.
Secondo me coloro che definiscono le attività di questa amministrazione dovrebbero rivestirsi di umiltà e mettere da parte l'arroganza del potere, non si può continuare a "predicare bene e razzolare male". Solo questo potrà consentire di recuperare il rapporto con la gente e con le parti sociali, compromesso da scelte a volte incomprensibili e comunque non condivise anche da molti elettori che nel maggio del 2001 qui a San Benedetto hanno favorito l'affermazione della coalizione di centro-destra.
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18/10/2003
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