Accessibilità disabili nei locali, Rifondazione chiede controlli sulla messa a norma
San Benedetto del Tronto | "È una norma vecchia di 25 anni e non tutti la rispettano. Non è una vessazione per gli esercenti ma una norma di civiltà contenuta nel regolamento sull'occupazione di suolo pubblico i cui termini sono scaduti il 15 ottobre".
Lunedì 15 ottobre 2012 è scaduta l'ennesima proroga che il comune di San Benedetto aveva concesso agli esercenti della città per mettersi a norma secondo le regole dettate dal regolamento sull'occupazione di suolo pubblico.
Il regolamento, facendo un po' di storia, fu approvato con somma urgenza all'indomani dell'intervento della Procura della Repubblica che aveva disposto il sequestro di molte occupazioni di locali del centro, alcune delle quali perché abusive in quanto prive dei relativi permessi, altre perchè considerate comunque irregolari. Fu varato un regolamento che, seppur troppo orientato a tutela degli interessi degli esercenti e troppo poco alla tutela del pubblico suolo, conteneva almeno una norma avanzata di civiltà, e cioè quella che tutti quei locali che volevano occupare il suolo pubblico dovevano garantire la piena accessibilità per i disabili. Questo grazie anche, e forse soprattutto, all'impegno profuso da Rifondazione Comunista nella passata consiliatura.
La scadenza per tale obbligo fu differita di ben due anni, appositamente per minimizzare ulteriormente il disagio degli esercenti, sebbene le specifiche per l'accessibilità fossero contenute in una norma vecchia di quasi 25 anni, a cui tutti gli esercenti che hanno aperto successivamente si sono dovuti attenere. Non si tratta quindi di una norma vessatoria, ma di una semplice condizione di civiltà, all'interno di un regolamento che su altri fronti (tempi, dimensioni, arredi) è sicuramente tra i più permissivi d'Italia.
Detto questo rileviamo che alla data di scadenza della proroga non ci pare che tutti i locali abbiano proceduto alla messa a norma dovuta. Il nostro invito si rivolge quindi soprattutto agli organismi di controllo, Polizia Municipale in primis, affinché il regolamento venga rispettato senza favoritismi e tentennamenti: ventiquattro anni sono un tempo più che ragionevole per mettersi a norma, e l'ente pubblico ha il dovere di premiare chi investe nella propria attività offrendo servizi migliori. In passato la legge, per alcuni, è stata "più uguale" che per altri; riteniamo che quei tempi siano finiti.
Augurandoci che non si renda necessario un ulteriore intervento, precisiamo che in mancanza di una applicazione puntuale e rigorosa del regolamento, i cui termini sono già scaduti, non esiteremo a segnalare l'eventuale inerzia degli organismi di controllo alle autorità competenti.
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19/10/2012
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